Un delitto che ha scosso la tranquillità di quell’estate, per il quale adesso è arrivata una sentenza. La Corte d’assise del Tribunale di Messina ha inflitto ieri pomeriggio una condanna a 25 anni di reclusione per l’omicidio di Massimo Canfora, l’operatore ecologico di 56 anni ucciso il 18 agosto del 2022 nella sua abitazione di Letojanni. Sul banco degli imputati era finito Feres Bayar, il 19enne tunisino accusato dell’assassinio, e al termine del processo con rito immediato la Corte presieduta dal giudice Massimiliano Micali (con a latere Giuseppe Miraglia) lo ha riconosciuto colpevole del reato di omicidio stabilendo una pena di 21 anni, mentre l’accusa di calunnia aggravata per aver accusato falsamente del delitto un suo amico e connazionale gli è costata una pena di 4 anni. Poche ore prima l’accusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Giuseppe Adornato, aveva chiesto la condanna di Bayar all’ergastolo, ribadendo la sussistenza dell’aggravante della crudeltà verso la vittima inerme, uccisa mentre tentava invano di difendersi, contestata sin dall’inizio delle indagini dalla Procura: la Corte, invece, l’ha esclusa riducendo così la condanna a carico del giovane, difeso nel processo dall’avvocato Giovambattista Freni.