Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

Docente aggredito da uno studente bocciato a Milazzo, una collega: "I genitori non potevano non sapere..."

I genitori non potevano non sapere. Così una collega del docente commenta l'aggressione da parte di uno studente bocciato alla scuola "L. Da Vinci" di Milazzo. Scrivendo a Gazzetta del Sud spiega: "Si sostiene che i genitori convocati erano peraltro sorpresi, ma nessun genitore, se non volutamente, può essere disinformato della situazione scolastica del proprio figlio. Esiste ARGO (o simili), ovvero il registro on line dove si annota secondo per secondo ciò che avviene durante la giornata, lezioni, compiti, voti, note, promemoria, ammonizioni, impreparazioni, ingressi e/o uscite al minuto esatto in cui avvengono, con immediata notifica su ARGO. I criteri di non ammissione alla classe successiva - continua la docente - sono stabiliti nel PTOF che il genitore è tenuto a leggere attentamente nel momento in cui iscrive il proprio figlio a scuola, e che comunque viene aggiornato ogni tre anni e integrato ogni anno. La non ammissione significa un totale di insufficienze gravi superiori a 3,4 (dipende dal PTOF di ogni singola scuola) e che comunque il genitore sa benissimo che il proprio figlio ha (tutto evidenziato in rosso nella media dei voti sul registro). Nessuna sorpresa nel 2024, con la tecnologia che ci sovrasta, dove tutto viene subito pubblicato alla luce del sole - dice ancora - Nessun figlio può più nascondere la situazione didattica e disciplinare al proprio genitore, perché ad ogni genitore viene consegnata la password del registro diversa dal proprio figlio per evitare manomissioni da parte di quest’ultimo. Se poi un genitore, per scelta personale, non vuole installare il registro elettronico, non vuole vedere, non vuole sapere le varie ammonizioni, impreparazioni, note disciplinari, non è colpa dell’insegnante. Il registro è un atto ufficiale. Non è certamente aggredendo un insegnante (fisicamente, verbalmente o per iscritto) che si affronta una “sconfitta”… Che poi sconfitta non la si può chiamare, perché è il risultato consapevole di un percorso di studio e di crescita formativa durato un anno in cui, evidentemente, lo studente non è riuscito a impegnarsi come avrebbe dovuto (o potuto). Noi insegnanti siamo prima di tutto “educatori” e non siamo gli amici degli alunni, li confortiamo se hanno problemi, li ascoltiamo, li amiamo, ma questo non significa che l’affetto e il bene debba essere frainteso come promozione. La valutazione scolastica non è la valutazione della vita personale. Il bene dell’alunno passa anche attraverso una caduta, nella speranza che si rialzi e prenda coscienza dell’errore commesso e da esso impari. Al collega un grosso augurio di una pronta guarigione!"

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