“Riparte” con un numero ridotto di indagati, si è passati da 17 a 8, il procedimento penale per il tragico caso della povera signora Maria Pia Castrovinci. È la 61enne operata nel reparto di Ginecologia dell’ospedale Papardo, dimessa il 24 dicembre del 2021 e morta addirittura in autostrada, al casello di Villafranca della A20, lo stesso giorno, mentre i familiari la stavano riaccompagnando a casa, per sospetta lesione della vescica durante l’intervento. Siano allo stadio dell’udienza preliminare davanti alla gip Monia De Francesco, a distanza di oltre tre anni dai fatti, dopo un incidente probatorio e una proroga d’indagine. In prima battuta erano coinvolti in 17 tra medici e sanitari ma all’udienza scorsa la pm Roberta La Speme aveva fatto presente che non era possibile decifrare le singole condotte, quindi era stata dichiarata la nullità della richiesta di rinvio a giudizio formulata a suo tempo dalla Procura. E la gup De Francesco aveva disposto un’integrazione della consulenza tecnica per specificare meglio tutto al medico legale Giovanni Andò e dalla ginecologa Alfonsa Pizzo, che a suo tempo eseguirono l’autopsia. L’integrazione è stata depositata nei giorni scorsi e ieri, nella nuova tappa dell’udienza preliminare, in base alle nuove risultanze la pm La Speme ha riformulato il capo d’imputazione. Dal novero degli indagati iniziali, che erano 17, sono stati “cancellati” tutti gli infermieri che si occuparono del caso e una dottoressa specializzanda che era in reparto. Restano come imputati otto medici del reparto di Ginecologia. «Il presente collegio - hanno scritto i medici nella consulenza tecnica -, infine non ritiene che possano rilevarsi elementi di responsabilità colposa in capo al personale infermieristico, che per quanto in atti si adoperò per monitorare la paziente, nel segnalare le condizioni cliniche in cartella e nel somministrare le terapie prescritte dai sanitari». In questo procedimento sono adesso quindi 8 gli imputati, tutti medici dell’ospedale Papardo, con le ipotesi di reato d’omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni in ambito sanitario. I familiari della paziente deceduta, parte offesa nel procedimento, sono assistiti dall’avvocato Giuseppe Condipodero Marchetta.