Per dare acqua al giardino bisognerà aspettare la notte e la macchina la si dovrà pulire solo dal lavaggista. Sì alle piscine, ma stop alle vasche in giardino.
Eccola l’ordinanza per ridurre gli effetti della crisi idrica che a queste latitudini è percepita in maniera ancora superficiale, ma che rischia di far sentire i propri effetti molto presto e anche molto a lungo. Ad emanarla, con qualche giorno di anticipo rispetto a quelle che sembravano le previsioni, è stato il sindaco Federico Basile. Una decisione che fa seguito alle ultime analisi sulle condizioni di approvvigionamento della città e che, in qualche modo, riprende anche le decisioni di altri territori della provincia e soprattutto della Sicilia occidentale.
Non si tratta di una stretta di livello massimo, piuttosto di una prima risposta alla crescente domanda di acqua a fronte di un evidente calo delle disponibilità.
I divieti estivi
L’ordinanza numero 84 parte dal presupposto che la provincia di Messina è fra le sei in cui è stato dichiarato lo stato di crisi e di emergenza per il settore idrico potabile. Alla luce del “permanere dello stato di criticità delle risorse idriche disponibili ad uso potabile, in considerazione di un inverno poco piovoso, induce a sensibilizzare la popolazione coinvolta all'attuazione di quanto necessario per un uso più rigoroso delle risorse idriche in ambito potabile”, si legge nel testo, vengono ritenute necessarie “misure di carattere straordinario ed urgente finalizzate a razionalizzare l'utilizzo delle risorse idriche disponibili, al fine di garantire a tutti i cittadini di potere soddisfare i fabbisogni primari per usi alimentare, domestico ed igienico, limitando al contempo l'uso dell'acqua potabile per altri usi”.
E allora eccole le misure nel dettaglio.
Da oggi l’irrigazione ed annaffiatura con acqua potabile di giardini e prati potrà avvenire, esclusivamente, nella fascia oraria dalle 22 alle 6 e per non più di 60 minuti; vietato il lavaggio di aree cortilizie e piazzali, se non nella misura minima ed indispensabile e comunque senza inutili sprechi ma anche il lavaggio di veicoli privati nelle proprie abitazioni; quindi il riempimento di fontane ornamentali private e vasche da giardino privati e più in generale tutti gli usi diversi da quello alimentare, domestico ed igienico. Sarà dunque consentito (almeno per il momento) il riempimento delle piscine private, alla luce del fatto che il riciclo dell’acqua ha consumi residuali. A vigilare (e non sarà affatto facile) dovrà essere, fra gli altri mille impegni, la Polizia municipale. 50 euro la pena pecuniaria per chi non osserverà i divieti.
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