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Messina, la denuncia del papà di un bambino con disabilità: "Mio figlio nello sgabuzzino". La preside: "E' falso"

La scuola è accusata della mancata inclusione del minore nelle attività curriculari giornaliere.

Non tutte le scuole sono a pezzi: l’esempio della Pascoli-Crispi

Un caso controverso alla “Pascoli-Crispi”, con la dirigente Giusy De Luca che gestisce i 68 disabili che frequentano la scuola, seguiti da un team di docenti di sostegno qualificati. Gli episodi di aggressione verbale a due docenti (della classe di sostegno e dell’ambito linguistico) da parte di un genitore di un alunno disabile che si sono verificati qualche settimana fa hanno fortemente turbato la comunità scolastica, accusata della mancata inclusione del minore nelle attività curriculari giornaliere. Una situazione legata, secondo quanto asserito dal papà, alla mancanza di ambienti di apprendimento idonei. Il genitore sostiene infatti che il figlio sarebbe stato “chiuso in uno sgabuzzino”, per evitare di disturbare lo svolgimento dell’attività didattica del resto della classe.
A smentire tutto è proprio la dirigente, che si è subito messa in discussione per capire «se ci fossero elementi di fondatezza prima di indire una riunione formale». Il ragazzo - spiega -, affetto da sindrome dello spettro autistico, è stato attratto da una piccola aula dove ogni tanto ama ritrovare se stesso (atteggiamento che rientra negli standard del disturbo), sempre affiancato dalla docente di sostegno; a questo va aggiunto che le compagne e i compagni condividono con lui tutte le attività, consapevoli che la diversità è un valore aggiunto di cui farne tesoro.

La rettifica

Ai sensi dell'articolo 8 legge 47/1948 il padre del bambino precisa che non ha mai fatto alcuna dichiarazione alla giornalista né alla data del suddetto articolo aveva fatto alcuna denuncia.

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