Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Messina, il sistema idrico integrato è "legittimo": il modello misto approvato dal Tar

MILANO (ITALPRESS) – “L’inclusività del nostro Sistema sanitario Nazionale rischia di ridursi a un concetto sempre più astratto e svuotato di significato”. Lo dice Diego Catania, Presidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e

Arrivato il responso del Tar di Catania, adesso c’è grande attesa per l’esito della procedura di gara con cui l’Ati punta a individuare il socio privato della costituenda società mista. I giudici amministrativi hanno sostanzialmente avallato la bontà dell’iter che sfocerà nello step del 10 maggio prossimo, termine ultimo per la presentazione delle offerte degli operatori economici interessati a detenere il 49% della newco, mentre la quota restante sarà in mano al soggetto pubblico. Tra i 16 Comuni ricorrenti c’era anche quello di Messina, che contestava il percorso intrapreso da qualche mese a questa parte dall’Assemblea territoriale idrica e, quindi, la nuova concezione del sistema integrato misto. Ma il Tar ha rilevato che «la normativa di settore in materia di servizio idrico integrato è interamente incentrata sulla necessità di organizzarlo per ambiti territoriali sovracomunali, con individuazione del soggetto unico incaricato della gestione del servizio in ciascun ambito territoriale». E le Regioni, sul tema, «devono assicurare il rispetto di determinati principi, tra cui quello dell’unicità di gestione». Ecco perché da Palermo è stato esercitato il potere sostitutivo nel caso degli enti locali inadempienti, con l’invio di commissari che hanno deliberato, in luogo dei consigli comunali, l’adesione alla nascitura “Messinacque”. E ancora, per il collegio presieduto dalla giudice Giuseppina Alessandra Sidoti, «contrariamente a quanto ritenuto dal Comune ricorrente, gli atti posti in essere dall’Ati, in epoca anteriore all’insediamento commissariale, non sono qualificabili quali atti di scelta del modello di gestione, ma di mero indirizzo, mai confluiti in un provvedimento conclusivo». Tant’è che inizialmente si era optato per un modello di una società pubblica di nuova costituzione, «mai concretizzatosi in una determinazione finale». Di fronte all’inerzia dell’Ati, si è giunti al suo commissariamento. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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