La Distrettuale antimafia di Messina incassa il “sì” dei giudici d’appello rispetto a quanto aveva deciso in prima battuta il gip per l’operazione antimafia “Nebrodi 2” su una posizione specifica. Si tratta del 31enne tortoriciano Sebastiano Bontempo Scavo, che è assistito dall’avvocato Fabio Armeli Iapichino, per il quale il gruppo di lavoro coordinato dal procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio, ha contestato in prima battuta con l’atto d’appello l’esclusione dell’appartenenza al gruppo mafioso dei tortoriciani. Sul piano delle esigenze cautelari i giudici hanno deciso adesso per Bontempo Scavo, rispetto al reato associativo mafioso, la custodia cautelare in carcere, ed hanno contestualmente sospeso l’esecuzione del provvedimento «sino a che la decisione non sia divenuta definitiva». Scrivono tra l’altro i giudici che «... in punto di esigenze cautelari, questo Collegio reputa che il compendio investigativo in atti non abbia fornito elementi che consentono di vincere la presunzione relativa di sussistenza delle esigenze di cautela correlate al pericolo di recidiva». Una valutazione che si basa «... sull’intraneità dell’appellato ad un’associazione storica, qual è la famiglia mafiosa tortoriciana, fortemente radicata sul territorio e sull’assenza di segni positivi di resipiscenza e di rescissione dei legami che il prevenuto ha dimostrato di avere intessuto sia con la famiglia d’origine sia con Cammareri Alfio con il quale, peraltro, ha messo in piedi un traffico illecito finalizzato alla diffusione sul mercato di considerevoli quantitativi di stupefacente». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina