Ponte, Italia, Europa: quanta confusione. Il voto del Parlamento di Strasburgo rimette sui binari l’iter per arrivare al co-finanziamento
Verdi, associazioni ambientaliste, eurodeputati del Centrosinistra affermano che «l’Europa non ha finanziato il collegamento stabile nello Stretto» e, come dichiara l’eurodeputato Ignazio Corrao, «il progetto del Ponte è una mera illusione promossa dal ministro leghista Matteo Salvini». Il vicepremier, gli esponenti della Lega e del Centrodestra, parlano, invece, di svolta storica, con il recente voto del Parlamento europeo che ha re-inserito, all’interno delle Reti Ten-T dei trasporti, la voce “collegamento fisso sullo Stretto o Ponte”, atto propedeutico al futuro co-finanziamento da parte dell’Unione. Chi ha ragione e chi torto? Dove sta la verità? In questa fase, occorre dirlo con chiarezza, hanno tutti ragione e tutti torto. «Abbiamo ricevuto una risposta ufficiale dalla Commissione europea che conferma che l’Unione sta valutando al massimo solo il possibile cofinanziamento degli studi per l’idea di un collegamento ferroviario fisso. Questo non costituisce un impegno per la costruzione o l’approvazione di un progetto definitivo», afferma lo stesso Corrao, eurodeputato di “Greens-Efa”, il quale ieri ha dichiarato di aver interloquito con il coordinatore del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, l’irlandese Pat Cox. «Contrariamente alle dichiarazioni del ministro Matteo Salvini riguardo all’inizio dei lavori nell’estate in corso – prosegue Corrao – Bruxelles conferma che il progetto è ancora nella fase di studi preliminari, con un possibile cofinanziamento dell’Ue che potrebbe coprire fino al 50% dei costi degli studi, ma non della costruzione. La decisione finale sarà presa in base ai risultati di tali valutazioni. È fondamentale questa trasparenza per garantire una discussione pubblica basata sui fatti. La risposta dettagliata fornita dall’ufficio del coordinatore è un passo verso una maggiore chiarezza, ma restano questioni aperte che necessitano ulteriori approfondimenti. Questo impegno, infatti, potrebbe influenzare altri investimenti cruciali per la Sicilia e la Calabria previsti nei programmi del Fondo di Sviluppo e Coesione (Fsc) e del Fondo europeo di Sviluppo regionale (Fesr). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina