Vincenzo era padre da soli tre mesi. Originario di Sinagra, si era trasferito a Genova con sua moglie, una infermiera del Gaslini. Da poco avevano celebrato il primo anniversario di nozze. Vincenzo Franchina aveva 36 anni ed era la più giovane delle vittime della strage sul lavoro del lago di Suviana. La comunità sinagrese è ancora attonita e incredula. Da ieri mattina nell’abitazione dei genitori è stato un via vai di parenti ed amici che si sono stretti attorno alla famiglia “blindandola” letteralmente dall’esterno per proteggerla in un momento così drammatico.
Vincenzo era nato a Patti il 12 maggio 1988 e, dopo aver completato il ciclo di studio primario a Sinagra, si era diplomato all’Itis “Torricelli” di Sant’Agata Militello. Ha cominciato la sua attività di elettricista alle dipendenze di una ditta locale, specializzandosi nel settore elettrico e diventando, in seguito, un esperto tecnico industriale. Era molto conosciuto e apprezzato in paese, e in tutto l’hinterland, per la sua professionalità e il suo fare gentile. Nel maggio dello scorso anno si era sposato nella parrocchia della frazione Martini. Con la moglie, Vincenza, una ragazza originaria di un paese limitrofo, si era poi trasferito a Genova dove entrambi avevano trovato impiego: lei come infermiera al Gaslini, lui alle dipendenze di una ditta che svolge lavori di manutenzione in tutta Italia per conto dell’Enel.
Vincenzo tornava spesso a Sinagra per trovare i genitori, i fratelli e i numerosi amici, così come del resto è avvenuto poche settimane addietro in occasione delle festività pasquali. Nello scorso gennaio aveva anche vissuto la gioia di diventare padre di un maschietto. Martedì scorso il giovane sinagrese si trovava per una delle sue trasferte a svolgere lavori di manutenzione nella centrale idroelettrica di Bargi da dove, purtroppo, non è più rientrato.
«Il cordoglio e il dolore si legge nei volti di tutti i sinagresi – afferma il sindaco Antonino Musca – È un momento davvero terribile, la scomparsa di un ragazzo schivo, umile e gentile, che ho avuto modo di conoscere sin dai tempi della scuola, proveniente da una famiglia di lavoratori e di grande educazione. Una notizia che ci ha lasciato letteralmente attoniti. È una tristezza enorme pensare che, come tante volte accade a noi siciliani, che dobbiamo andare via per lavoro, ciò che ci nobilita diventi la nostra trappola. Noi tutti ci stringiamo al dolore dei familiari, della moglie e del piccolo».
Per il giorno delle esequie, che saranno fissate non appena vi saranno ulteriori sviluppi, il sindaco ha annunciato la proclamazione del lutto cittadino.
La storia di Vincenzo è simile a quella degli altri lavoratori inghiottiti dal lago di Suviana in quei terribili momenti dell’esplosione. Tutti erano tecnici di una ditta esterna alla Enel Green Power proprietaria dell’impianto e venivano da fuori regione. Trasfertisti, così come gli altri quattro lavoratori dispersi per le cui ricerche i vigili del fuoco sono impegnati in operazioni molto complesse nei piani interrati dell’impianto, a meno 30-40 metri sotto il livello dell’acqua.
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