Se si volesse paragonare l’iter degli espropri legati al Ponte ad una strada, si potrebbe dire che questa strada non è corta e non è nemmeno un rettilineo. Anzi, lungo il percorso sono previsti dei bivi. E quel percorso, a dirla tutta, non è nemmeno iniziato. La fase che si è aperta con la pubblicazione degli elenchi delle particelle e dei nomi e cognomi degli espropriandi e che, adesso, prosegue con i 60 giorni (a partire dall’8 aprile) in cui si potranno presentare osservazioni, proseguendo con la metafora si può paragonare al punto in cui si attende che il semaforo diventi verde, per iniziare a percorrere quella strada. E il semaforo è ancora... spento. Perché diventi verde, bisogna attendere che si pronunci il Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, sul progetto definitivo. E anche a quel punto, i passaggi successivi non saranno immediati.
Cosa sta succedendo e cosa succederà nei prossimi mesi lo spiegano quelli che potremmo definire i due uomini degli espropri della “Stretto di Messina”, l’ing. Gioacchino Lucangeli, responsabile della struttura espropri della società del Ponte, e Michelangelo Difrancesco, che è invece il rup, in questi giorni in prima linea anche loro nel dare delucidazioni ai cittadini che si presentano allo sportello informativo del Palacultura.
«È bene chiarie – esordisce Lucangeli – che alla scadenza di questi 60 giorni non ci sarà la ruspa dietro l’angolo per iniziare i lavori, perché tutta questa documentazione progettuale, contemporaneamente all’apertura degli sportelli, è stata trasmessa ai ministeri e alle autorità competenti, i quali, nel giro di 90 giorni dalla consegna, si esprimeranno e redigeranno un’istruttoria che trasmetteranno al Cipess. A quel punto la palla passa al Cipess, che dovrà approvare o non approvare il progetto». Temporalmente saremo già in piena estate, tra luglio e agosto.
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