Qual è la verità sulla gestione di Atm? Quella dipinta da buona parte delle organizzazioni sindacali la scorsa settimana – tra lavoratori sottoposti a straordinari record, progressioni di carriera “lampo” per alcuni eletti, provvedimenti disciplinari draconiani – o quella, invece, esposta ieri dai vertici della stessa azienda (il dg Claudio Iozzi e la consigliera del Cda Carla Grillo, il presidente Pippo Campagna è all'estero), secondo cui «non c’è nessun caso Atm» e tutto si svolge nel pieno rispetto delle regole, dei lavoratori e in nome dell’efficienza? Se lo sono chiesti, per primi, i consiglieri comunali della commissione Mobilità urbana di Palazzo Zanca, che si ritrovano nel mezzo di un botta e risposta in cui la botta e la risposta sono così distanti da apparire espressioni di mondi diversi.
Sul tema degli straordinari i numeri li ha dati il direttore generale Iozzi: «Il nostro piano d’esercizio prevede 6 milioni 450mila km annui tra gommato e ferro a fronte di 283 operatori di esercizio, di cui 9 impiegati nel servizio di rimozione forzata. Non neghiamo che in alcune circostanze abbiamo la necessità di ricorrere al lavoro straordinario per coprire i turni, ma esiste una programmazione ben precisa e tutto avviene in ossequio alle disposizioni di legge. Su 460mila ore di lavoro all’anno, le ore di straordinario ammontano complessivamente a 28mila, vale a dire il 6%». Inoltre «il 20% dei lavoratori non effettua lavoro straordinario, il 40% dei lavoratori effettua lo straordinario al di sotto delle 8 ore e il restante 40% per un tempo superiore alle 8 ore». Capitolo contestazioni disciplinari. L’azienda ha confermato che viene applicato il regio decreto del 1931, «perché al momento non c’è nessun’altra norma successiva». E poi l’appello – lanciato anche da Cgil la scorsa settimana – a riprendere il dialogo sul contratto integrativo.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina
Caricamento commenti
Commenta la notizia