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La Calabria in festa per San Francesco di Paola: oggi il 517esimo anniversario della morte del santo dei poveri

Ricorre oggi il 517esimo anniversario della morte di San Francesco. Stamani si è tenuto in Santuario di Paola un breve momento di preghiera e ostensione della Reliquia del “Cranio”. Nel pomeriggio avrà luogo il canto dei Vespri e celebrazione del Pio Transito di San Francesco, con lettura del racconto della sua morte. A seguire poi la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da monsignor Stefano Rega, Vescovo di San Marco Argentano-Scalea. La vita di San Francesco fu avvolta in un'aura di soprannaturale. Nacque a Paola nel 1416 da genitori in età avanzata devoti di San Francesco, che proprio all'intercessione del Santo di Assisi attribuirono la nascita del loro bambino. Di qui il nome e la decisione di indirizzarlo alla vita religiosa nell'ordine francescano. Dopo un anno di prova, tuttavia, il giovane lasciò il convento e proseguì la sua ricerca vocazionale con viaggi e pellegrinaggi.

Scelse infine la vita eremitica e si ritirò a Paola in un territorio di proprietà della famiglia. Qui si dedicò alla contemplazione e alle mortificazioni corporali, suscitando stupore e ammirazione tra i concittadini. Ben presto iniziarono ad affluire al suo eremo molte persone desiderose di porsi sotto la sua guida spirituale. Seguirono la fondazione di numerosi eremi e la nascita della congregazione eremitica paolana detta anche Ordine dei Minimi. La sua approvazione fu agevolata dalla grande fama di taumaturgo di Francesco che operava prodigi a favore di tutti, in particolare dei poveri e degli oppressi.

Lo stupore per i miracoli giunse fino in Francia, alla corte di Luigi XI, allora infermo. Il re chiese al papa Sisto IV di far arrivare l'eremita paolano al suo capezzale. L'obbedienza prestata dal solitario costretto ad abbandonare l'eremo per trasferirsi a corte fu gravosa ma feconda. Luigi XI non ottenne la guarigione, Francesco fu tuttavia ben voluto ed avviò un periodo di rapporti favorevoli tra il papato e la corte francese. Nei 25 anni che restò in Francia egli rimase un uomo di Dio, un riformatore della vita religiosa. Morì nei pressi di Tours il 2 aprile 1507.

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