Dal phishing al Quishing. È l’evoluzione della truffa online incentrata sul furto di dati personali, che adesso si nutre di un altro strumento diffusissimo: il QR Code. Si sta espandendo in tutta Italia, e anche alle nostre latitudini, visto che alcuni messinesi hanno ricevuto email trabocchetto nelle loro caselle di posta elettronica.
A mettere in guardia sulla nuova frontiera dei raggiri orchestrati dagli attivissimi cybercriminali di professione è la polizia postale e delle comunicazioni, che spiega come il Quishing rappresenti una variante del più noto pshishing. Si serve proprio del codice a barre che consente di accedere più rapidamente a un qualsivoglia contenuto multimediale ed è altrettanto rapidamente che il malcapitato di turno rischia di cadere nella trappola preparata con cura e astuzia dagli hacker. Inoltre, il formato immagine utilizzato dal codice impedisce agli antivirus di rilevare le potenziali minacce contenute al suo interno.
Così, inquadrare il QR Code attraverso la fotocamera dello smartphone al fine di accedere ai servizi offerti da un museo, consultare il menu di un ristorante piuttosto che pagare la sosta dei un veicolo sulle strisce blu può mettere fuori strada l’utente, indirizzandolo su un falso sito, creato ad hoc dai cybercriminali per accaparrarsi furtivamente i dati personali e soprattutto quelli legati agli strumenti di pagamento.
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