Formalmente s’è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia il medico 72enne Antonino Barbera, finito nei guai nell’inchiesta sui bonus edilizi, di cui è l’indagato principale, considerato la “mente” della maxitruffa da 37 milioni di euro.
Ma nel faccia a faccia di ieri mattina in carcere davanti alla gip Ornella Pastore e il pm Giuseppe Adornato, e con accanto il suo difensore di sempre, l’avvocato Carlo Merlo, qualcosa l’ha detta sottoforma, diciamo così, di dichiarazioni spontanee, alla fine di un discorso che in realtà a quanto pare non aveva molta attinenza con l’indagine vera e propria.
Un discorso la cui chiosa è stata lapidaria: «Mi dichiaro prigioniero politico e perseguitato dalla Guardia di Finanza di Messina». L’avvocato Merlo per Barbera ieri ha già preannunciato che ricorrerà ai giudici del Riesame per chiedere un affievolimento della misura cautelare, quantomeno la concessione degli arresti domiciliari
L’interrogatorio di garanzia del medico indagato è stato il più lungo della mattinata, gli altri sono stati molto rapidi visto che tutti i suoi familiari davanti alla gip Pastore si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: la moglie Felicia De Salvo con l’avvocato Carlo Merlo, la sorella Domenica con l’avvocato Carlo Autru Ryolo, il figlio Nicola con gli avvocati Paola Barbaro e Filippo Di Blasi, la nuora Silvia Lo Giudice con l’avvocata Rosa Guglielmo.
Rimane adesso tra gli indagati da sentire il cugino di Barbera e commercialista romano Roberto Pisa, considerato il suo braccio destro, che è assistito dall’avvocato Francesco Scacchi di Roma. La gip Pastore lo ascolterà nella giornata di martedì.
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