Due condanne ridotte e un’assoluzione “per non aver commesso il fatto”. S’è concluso così in corte d’appello l’ultimo troncone processuale ancora in piedi per il maxiprocesso Matassa per gli appartenenti ai gruppi mafiosi cittadini. Ventidue condanne erano divenute definitive in Cassazione nell’aprile del 2022 con il rigetto dei ricorsi difensivi. In quella stessa sede i giudici avevano stabilito un nuovo processo solo per tre imputati, tutti e tre difesi dall’avvocato Salvatore Silvestro, ovvero Fortunato Cirillo, Salvatore Pulio e Raimondo Messina: per i primi due bisognava rivalutare in sostanza l’appartenenza al clan Ferrante, per Cirillo era tutto da rivedere mentre per Pulio solo per il trattamento sanzionatorio, e infine per Messina si trattava solo di un capo d’imputazione, quello che riguardava il tentato omicidio dei parenti dell’ex boss Iano Ferrara al rione Cep. Messina, che aveva registrato la condanna a 23 anni, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” per il tentato omicidio a Ferrara, la pena finale rivalutata è di 13 anni e 6 mesi; per Pulio, in precedenza aveva avuto la pena di 10 anni, i giudici hanno rideterminato la pena a 7 anni. Il caso clamoroso è quello di Fortunato Cirillo, che aveva subito la condanna a 10 anni di reclusione ma è stato scagionato da tutto, con un’assoluzione “per non aver commesso il fatto”, ed ha quindi scontato già 6 anni di carcere da innocente. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina