Messina

Venerdì 01 Novembre 2024

L'inchiesta sul torrente Catarratti-Bisconte, Croce e Vazzana si avvalgono della facoltà di non rispondere

 
 
 
 

Maurizio Croce e Francesco Carmelo Vazzana, entrambi finiti ai domiciliari nell'inchiesta della Procura sui lavori al Torrente Catarratti-Bisconte, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, durante l'interrogatorio del gip Arianna Raffa alla presenza dei sostituti della DDA Liliana Todaro ed Antonio Carchietti, titolari del fasciolo. L'ex candidato a sindaco e soggetto attuatore contro il dissesto idrogeologico della Regione Siciliana è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. L’inchiesta era nata sotto la gestione dell’allora procuratore capo Maurizio de Lucia, ed è stata gestita per un periodo dalla procuratrice vicaria Rosa Raffa e definita poi dall’attuale procuratore capo di Messina Antonio D’Amato. Culminando giovedì 14 marzo nei provvedimenti restrittivi. Si tratta di un fascicolo che vede complessivamente undici indagati, 9 persone fisiche e 2 persone giuridiche. Oltre a Croce è finito agli arresti domiciliari sempre per corruzione e finanziamento illecito ai partiti l’ex direttore generale dell’Arpa Sicilia, il 56enne Francesco Carmelo Vazzana, originario di Reggio Calabria, che entra in gioco nella vicenda secondo il quadro di accuse come “mediatore principale” per conto di Croce ed è anche coinvolto come gestore di fatto del negozio di abbigliamento “Salotto” di Messina, luogo che ha usufruito di lavori di ristrutturazione realizzati da imprese di Capizzi per un valore di oltre 30 mila euro. Una misura diversa, quella interdittiva della sospensione per un anno ad esercitare attività d’impresa e contrattare con la Pubblica amministrazione, ha subito invece l’imprenditore coinvolto, il 46enne brontese Giuseppe Capizzi, diventato nel frattempo sindaco di Maletto, in provincia di Catania, nel maggio del 2023, con la lista civica “Nuova Era”.

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