Forte “sconto” di pena in appello per uno degli imputati al processo per le vicende dell’Asm di Taormina, l’Azienda servizi municipalizzati, che nel novembre del 2021 portò all’emissione di cinque misure interdittive dopo un’inchiesta gestita dal sostituto procuratore della Dda di Messina Rosanna Casabona con la Polizia e la Guardia di Finanza. Le ipotesi di reato secondo l’accusa sono varie tra peculato, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e una serie di violazioni alla normativa in materia di subappalto. In questo caso i giudici di secondo grado si sono occupati della posizione dell’imprenditore di Giuseppe Cipolla, amministratore di fatto della Building e Tourist srl, un contraente dell’Asm, che in abbreviato davanti alla gup Leanza era stato condannato in primo grado a 5 anni di reclusione. Una decisione che a suo tempo era stata appellata sia dal difensore sia dalla Procura. Cipolla è stato difeso dall’avvocato Antonio Noè. I giudici d’appello gli hanno riconosciuto l’attenuante prevista dall’art. 323 bis c.p., una sorta di “tenue entità” del fatto contestato, ed hanno applicato la cosiddetta “continuazione” fra le condotte contestate, portando la pena finale anche per la scelta del rito a 2 anni e 10 mesi complessivi di reclusione. È stata anche rideterminata la pena accessoria irrogata in primo grado, definita in appello in 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e dell’incapacità di contrarre con la Pubblica amministrazione. I giudici hanno poi definito la refusione delle spese giudiziali a favore della parte civile dell’Asm, che è rappresentata nel procedimento dall’avvocato Giovanni Mannuccia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina