Dopo 35 anni stavolta finalmente ci siamo. Il 9 novembre scorso la giunta guidata dal sindaco Federico Basile ha adottato una determina che definire “storica” non è affatto esagerato, che ha messo finalmente nero su bianco la volontà di dare corso all’accordo con i privati per l’acquisto dei due palazzi storici di via Garibaldi, Cassa Centrale di Risparmio e Banca di Roma, come nuove sedi del Palagiustizia satellite. Una ricerca iniziata addirittura nel 1988 e mai concretizzata tra una miriade di progetti e acquisti, poi naufragati dopo interminabili dibattiti. Abbiamo intervistato l’imprenditore Massimo Fiore che è il titolare delle società (Unire 54 S.p.A. e Unire 100 S.r.l.) che hanno stipulato l’atto di compravendita con il Comune anche sulla recente interlocuzione con il Genio civile e su eventuali illazioni sull'iter. «Intanto voglio dire - spiega in premessa Fiore -, che si tratta di normali rapporti con gli enti pubblici. Proprio domani mattina (oggi per chi legge, n.d.r.) invieremo una dettagliata nota di risposta al Genio Civile, per proseguire nell’iter di realizzazione del palagiustizia satellite, nell’interesse della città, e soprattutto nel rispetto di tutti gli uffici pubblici con cui ci interfacciamo e della normativa che regola queste procedure, questo ci tengo a sottolinearlo». E adesso cosa succede dopo l’interlocuzione con il Genio Civile? «Molto semplicemente abbiamo programmato di anticipare temporalmente le verifiche, il nostro pool di professionisti ha già predisposto il piano di indagini ed a breve avranno inizio le operazioni sui due palazzi e poi in laboratorio. Saranno poi sviluppate e calcolate le verifiche sismiche di vulnerabilità richieste per i due palazzi, che sono destinati a uffici giudiziari. Io credo che in una trentina di giorni al massimo sarà tutto pronto, e trasmetteremo tutti gli elaborati all’Ufficio del Genio Civile». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina