Il colpo nella gioielleria di Frazzanò, due rapinatori traditi da sciarpa e occhiali persi durante la fuga
Una sciarpa e un paio di occhiali che uno dei due rapinatori ha perso durante la fuga. Sono stati questi i particolari, determinanti, per arricchire il quadro probatorio che ha portato il gip del Tribunale di Patti a firmare l’ordinanza di custodia cautelare che ha fatto luce, dopo quattordici mesi, sulla violenta rapina avvenuta a Frazzanò ai danni della gioielleria “Calcò Antonina”. Dall’atto custodiale è possibile trarre gli elementi fondamentali che hanno portato alla svolta nelle indagini. In carcere, al Pagliarelli di Palermo, si trovano, con le accuse di rapina aggravata, sequestro di persona e lesioni personali, Giuseppe Antonino Arcuni, 33 anni, e Vincenzo Vinci, 31 anni, entrambi di Palermo e con precedenti mentre il presunto basista, Ennio Gugliotta, 23 anni, di Mirto, si trova ristretto ai domiciliari con l’accusa di concorso in rapina aggravata. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo operativo di Sant’Agata Militello e della Stazione di Mirto, che hanno condotto le indagini. Non essendo un fermo non c’è udienza di convalida ma è possibile che i tre indagati possano essere sentiti dal giudice in questi giorni alla presenza dei legali di fiducia. Secondo quanto emerso dalle indagini, Ennio Gugliotta, residente a Mirto, diviso da Frazzanò da un paio di chilometri, conosceva molto bene la famiglia del gioielliere rapinato, Salvatore Riolo, residente a Capo d’Orlando e che ha ereditato la gestione del negozio di preziosi intestato alla madre. Per questo – sostiene l’accusa – il giovane di Mirto avrebbe pianificato la rapina con i due palermitani che, a quanto pare, conosceva da un po’ di tempo. Infatti, dai tabulati sono emerse decine di telefonate fra i tre prima e dopo la rapina. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina