Tre dicembre 2018, tre dicembre 2024. Dalla consegna del cantiere alla consegna dell’opera. In mezzo sei anni di opere, ma anche la pandemia, il ritrovamento di una bomba, il nodo dell’esproprio della Rifotras è tutta una serie di altri incidenti di percorso minori che hanno dilatato i tempi di conclusione di un’opera che, va ricordato anche questo, fu ideata nel 1994. Prima del prossimo Natale potrebbe essere consegnata alla città la nuova via don Blasco, l’asse nord-sud chiamato ad alleggerire il peso delle pochissime e trafficatissime alternative a cominciare dalla via La Farina. Ieri la prima commissione consiliare ha voluto vedere di persona come stiano proseguendo i lavori. Un sopralluogo in uno dei tre punti in cui è, o sarà, attivo il cantiere. Via vai di operai e mezzi nella parte più a valle della via Santa Cecilia dove, accanto ai lavoratori della Medil che si stanno occupando della realizzazione della via Don Blasco, c’erano anche quelli della ditta incaricata dall’Amam che, invece, in quello stesso tratto, stanno realizzando lo spostamento della condotta Cassina, quella che trasferisce le acque nere fino al depuratore di Mili. I nuovi tubi sono già stati posizionati sotto il terreno con una “camicia” di sicurezza e fra una settimana quegli operai dovrebbero aver concluso la loro attività. A quel punto inizierà lo scavo per abbassare il livello della strada per far sì che sotto il ponte ferroviario possano transitare (l’altezza sarà portata a 4,5 metri) anche i mezzi pesanti. Alla fine del cantiere saranno ricavata due corsie centrali ampie abbastanza da poter far transitare camion e auto in ambo i sensi. Una terza corsia sarà ricavata lato sud ma supporterà solo il flusso verso mare. Questo lotto dell’opera dovrebbe essere pronto prima dell’estate, indicativamente a giugno. Ad aprile invece è attesa la conclusione di quello dell’area Rifotras. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina