Quando si dice che una grande squadra non può fare a meno di un grande portiere. Il Catanzaro lo dimostra: ha un allenatore bravissimo, attaccanti micidiali, centrocampisti perfetti per lottare e governare, difensori sceriffi, ma cosa sarebbe senza Andrea Fulignati fra i pali? Senza le sue parate e il suo gioco palla al piede? Senza le indicazioni (e gli urlacci) che guidano i compagni da là dietro? Per le Aquile (Iemmello nominato Mvp di B a febbraio dall’Assocalciatori) e per il loro numero 1 è un momento magico, da incorniciare come i festeggiamenti di Andrea con i tifosi giallorossi subito dopo il raddoppio sul Cosenza: «È stata una liberazione perché quel gol ha chiuso il derby. Nel secondo tempo c’è stata un po’ d’apprensione contro un avversario forte, che ci ha messo in difficoltà e poteva pure pareggiare, infatti quando è partita la palla (di Antonucci, ndr) ho pensato andasse dentro, invece è finita su un palo… benedetto. Al 2-0 avevo vicino i nostri sostenitori e mi sono fiondato lì», ha spiegato. Le ultime due vittorie di fila senza reti al passivo valgono forse anche di più per Fulignati, che nelle dieci sfide precedenti a quella col Bari, fra le trasferte di Ascoli e Cittadella, aveva sempre subito almeno un gol. «Siamo partiti in un modo, poi il campionato va avanti e le squadre ti studiano, cercano le contromisure, quindi bisogna sempre cambiare un po’ per rendere efficaci i lavori preparati in settimana», ha sottolineato Fulignati parlando dei progressi del Catanzaro. Nelle sue 68 gare in giallorosso, Andrea ha tenuto i pali blindati 33 volte, otto in questo torneo, 24 in quello prima (più una in Coppa). «Tranne forse la Cremonese, non c’è una squadra che non subisce mai gol in B. Non siamo fra le migliori difese, però se consideriamo i sei presi nelle due gare con il Lecco e i cinque dal Parma siamo in linea con le altre. Ci sono momenti in cui su un mezzo cross becchi la rete, mentre nelle ultime due abbiamo fatto due “clean sheet” importanti e io tutto sommato ho pure lavorato poco, però se ci ripenso sono arrivati tanti palloni in area o vicino. Ci sono più attenzione da parte nostra e un pizzico di fortuna in più, ma conta mantenere questo spirito perché così sono più le respinte che vanno fuori, che i rimpalli che vanno dentro». Proprio la Cremonese, a gennaio, ha bussato almeno due volte a Catanzaro per provare a ingaggiarlo: «Professionalmente una possibilità mai capitata prima in carriera, pensando a quello cui potevo andare incontro, quindi è stato normale valutarla a quasi 30 anni. Però l’idea di andare via non l’ho mai avuta, qui mi trovo benissimo, l’ambiente è fantastico, la società sana e seria», ha ammesso con sincerità Fulignati. Quella «possibilità» se l’è costruita comunque con il Catanzaro: «Il nostro è un buon momento, tuttavia le antenne vanno mantenute belle dritte perché la B ti rimette a terra in 20 secondi e già con la Reggiana sarà una gara complicatissima, che può finire in qualsiasi modo. Questa squadra ci ha sempre creduto, all’inizio dicendoci di provare ad arrivare il più in alto possibile per consolidare subito la categoria. Ora è giusto provarci, giocarsi la A o fare i playoff in B non capita sempre, sognare non costa nulla e in 10 gare può succedere di tutto».