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Messina, ecco la città che si muove nel 2030

Sbarca in commissione, dopo oltre 3 anni di gestazione, il piano urbano della mobilità sostenibile

Oltre mille pagine per scoprire come ci muoveremo nei prossimi dieci anni. Il disegno è chiaro: meno auto e più mezzi pubblici e bici. Una prospettiva “marziana” o un salto verso le tendenze europee? La risposta arriverà nei prossimi anni. Intanto la città sta per dotarsi di un nuovo strumento di pianificazione, uno di quelli che sarebbe dovuto essere pronto parecchi anni fa e che, per ragioni varie, troverà la luce in primavera. Il Pums è l’acronimo di piano urbano della mobilità sostenibile e arriva dopo che Messina si è dotata, a settembre del 2022, del piano generale del traffico urbano (questo si chiama Pgtu) e del programma dei parcheggi di interscambio. Un pacchetto di documenti programmatori che, messi insieme, garantiscono una linea di sviluppo, bella o brutta che sia, che non sarà più “occasionale” e slegata, ma certa e coordinata.

Il Pums ha preso le mosse nell’estate del 2020, ma due anni se ne sono andati solo per ottenere la Vas («Un ritardo dovuto alla pesantezza della Regione» lo ha definito il vicesindaco Mondello). Adesso sbarca in commissione ( I e VI) un piano di quasi 700 pagine con 44 allegati zeppi di dati e planimetrie che spiegano i motivi per i quali sono state prese certe direttrici. Il Pums è un piano strategico a gittata decennale e non biennale come il Pgtu e, soprattutto, può prevedere attività infrastrutturali d’impatto per realizzare l’indirizzo che il Comune vuole dare alla mobilità di maggiore impatto. Quattro gli argomenti di sviluppo: mobilità pedonale, quella ciclistica, il miglioramento del trasporto pubblico locale e il piano della sicurezza urbana.

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