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La “carica” dei nuovi assunti al Comune di Messina: primo giorno di lavoro per i 26 vincitori del maxi concorso

Il maxi concorso varato l’anno scorso dal Comune per il più ampio turn over degli ultimi 26 anni. Tra loro i cinque avvocati sottolineano i rischi della libera professione: «Meglio certezze che incognite». I 21 funzionari contabili hanno profili di alto livello. Tanti rientri dal Nord : «Il vento sta cambiando»

«Godetevi questo fine settimana, perché da lunedì, ci sarà da lavorare sodo». C’è stato anche il tempo di scherzarci su e di un brindisi, nel primo giorno di lavoro dei nuovi assunti a Palazzo Zanca. Erano in 26 nella sala ovale dedicata ad Antonino Caponnetto. Emozionati eleganti ed incuriositi, qualcuno un po’ smarrito, tutti felici di iniziare una nuova fase della loro vita. Hanno ascoltato il saluto, gli incitamenti, le raccomandazioni del sindaco Basile, del dg Puccio e del ragioniere generale Cama, presentandosi loro uno per uno e raccogliendo un incarico che ha più di un valore simbolico.

L’ultimo concorso per dipendenti a tempo indeterminato risale al 1998 e una parte di quei dipendenti è già andato in pensione, altri lo faranno molti presto. I 26 arrivati ieri a Palazzo Zanca, rappresentato l’avamposto di una nuova generazione di dipendenti del più importante palazzo delle istituzioni locali. Entro aprile saranno 341 i nuovi arrivi che porteranno, al netto dei pensionamenti, il totale dei dipendenti a circa 1400. In estate sarà la volta dei nuovi 100 agenti di polizia municipale e il turn over sarà completato.

Ma chi sono i 26 nuovi dipendenti? da dove vengono? che bagaglio di esperienza portano al Comune e con quale spirito si approcciano?
Intanto partiamo dai numeri. Cinque di loro sono avvocati e andranno a rinforzare lo staff legale ridotto da anni all’osso e alle prese con centinaia e centinaia di casi. Gli altri 21 sono funzionari contabili, anche loro tutti laureati e saranno divisi in più dipartimento, partendo dai Servizi finanziari, passando per i Tributi e finendo alla manutenzione, ai lavori pubblici e ai servizi alla persona e alle aziende. All’appello mancavano 4 vincitori del concorso: due hanno chiesto il posticipo dell’assunzione e devono ancora dare conferma dell’accettazione dell’incarico.

Le storie di questi nuovi lavoratori si intrecciano con capolinea Messina, ma spesso passano per altre stazioni. C’è chi torna dopo essersi formato altrove e c’è chi sceglie lo Stretto come la propria nuova casa. C’è chi è al primo impiego e chi ha alle spalle, ben più della gavetta. Uno spaccato ricco di spunti di una doppia generazione (ci sono i ventenni e i cinquantenni) che ha scommesso sul “posto fisso”.

«Sto realizzando un sogno – dice la funzionaria contabile Concetta La Spada –. Torno a Messina dopo 25 anni passati nel Lazio. Sono stata nella Ragioneria al comune di Guidonia e in segreteria generale a Ciampino. Sono andata via dalla città a caccia di futuro e vi torno dalla porta principale. Quando ho saputo che avevo vinto il concorso, ho pianto per la gioia e per il timore del cambiamento. Ma stavolta torno per non andare più via. A Messina sento che il vento sta cambiando e al 25enne di oggi, direi di finire gli studi qui e poi di cogliere tutte le occasioni, credendoci».

Vincenzo Bertino di Saponara con i suoi 24 anni è il più giovane degli assunti. Si è laureato due anni fa, ma già lavorava. «Sono stato assunto dall’Agenzia delle Dogane a Reggio Emilia, mi occupavo di ispezioni. Adesso posso già tornare a casa. Prima ero contento di poter andare via, poi una volta che sei lontano, ti accorgi di cosa lasci in Sicilia e mi auguro che altri giovani non debbano andar via».

Ma c’è anche chi il viaggio verso Messina lo ha fatto all’inverso. È il caso di Gianfranco Vadicamo. «Sono di Novara – dice – e per 12 anni ho lavorato all’Agenzia delle Entrate della mia città. Poi mi sono trasferito a Vulcano per motivi familiari e mi sono occupato di turismo. E ora rientro nel pubblico impiego. Tornare al nord? Resterò qui – dice sorridendo – finchè la mia compagna vorrà».

Francesco Rizzo ha 32 anni, ha studiato a Messina, si è laureato a Perugia e subito dopo è stato assunto dalla catena Hilton. «Ho lavorato per sette anni a Barcellona e parlo tre lingue. Ho fatto il concorso dalla Spagna solo perché era a distanza, se le prove scritte fossero state in presenza non avrei partecipato e avrei perso la possibilità di tornare a casa». C’è anche chi a palazzo Zanca lavorava da un anno e mezzo. Marco Morello era stato assunto a tempo determinato grazie ai fondi europei. E ora ha vinto il secondo concorso in 18 mesi. «Non vi fermate all’apparenza delle cose – dà come consiglio ai suoi colleghi – approfondite tutto. È successo che sia stato anche da solo in ufficio, ora non succederà più».

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