Una possibilità lavorativa negata, un incarico affidato ad un altro collega, una richiesta di risarcimento danni che sfiora i 300.000 euro.
C’è tutto questo nel ricorso in discussione al Tar di Catania presentato contro la Città metropolitana dal comandante della Polizia locale di Taormina, Daniele Lo Presti, che tra dicembre 2021 e dicembre 2022, su disposizione dell’allora sindaco di Messina Cateno De Luca, è stato in comando al vertice della Polizia metropolitana.
Al centro del contenzioso il suo mancato inquadramento con la sua stabilizzazione definitiva come comandante, chiesto da Lo Presti con istanza del 4 novembre 2022 per l’attivazione della procedura straordinaria ex Decreto Legge 36 del 2022, reiterata il 20 novembre e il 30 dicembre ma senza ottenere risposta. Il 3 febbraio dello scorso anno il comandante ha così presentato ricorso al Tar, assistito dall’avv. Valentina Prudente, contro la Città metropolitana (difesa dall’avv. Santi Delia) e nei confronti di Giovanni Giardina (difeso dall’avv. Silvano Martella), dipendente del Comune di Messina nominato comandante della Polizia metropolitana il 28 febbraio con utilizzo a tempo parziale per un anno, chiedendo l’illegittimità del silenzio-inadempimento e poi l’annullamento del decreto di nomina di Giardina e il risarcimento del danno.
Lo scorso maggio i giudici amministrativi hanno deciso di rinviare ogni decisione nel merito all’udienza del 29 febbraio per valutare la questione risarcitoria e, in particolare, il caso sulla giurisdizione sollevata dalla Città metropolitana, secondo la quale la competenza è del giudice del lavoro.
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