Verrebbe da dire, “Presto, che è tardi!”. La città parla dell’avvio dei lavori del Ponte ma in concreto cosa ha fatto in vista della posa della prima pietra che è stata “programmata” per la prossima estate?
Poco o nulla, se si si considera cosa sia stato preparato per far arrivare Messina all’appuntamento con il cantiere con il massimo “appeal” possibile per chi investirà sulla grande opera.
E allora, prima che sia troppo tardi, l’amministrazione comunale ha deciso di formare un tavolo tecnico permanente sul Ponte dello Stretto capace di diventare interlocutore, il più diretto possibile, nel processo di programmazione, prima, e realizzazione, dopo. Alla chiamata del sindaco Basile, del suo vice Mondello e dell’assessore Finocchiaro hanno risposto almeno una ventina fra le maggiori istituzioni della città. Nel Salone delle Bandiere c’erano sindacati e associazioni datoriali, ordini professionali e altri “uffici” pubblici in qualche modo interessati all’opera.
Il “leit motiv” è stato quello della necessità di essere concreti e rapidi in tutti prossimi passaggi. Una richiesta arrivata dal tavolo e dalla platea, perché «non servono riunioni politiche, ma un tavolo pratico e operativo», che è altro rispetto alla commissione Ponte del consiglio comunale. «Anzi, potremmo essere da supporto all’Aula con il nostro contributo – ha tenuto a precisare il sindaco preoccupato da un accavallamento istituzionale – che vuol essere trasversale rispetto a temi come quello occupazionale, tecnico, degli espropri e delle ricadute economiche sulle nostre imprese». Quindi, il primo suggerimento. «Ognuno di voi individui sollecitazioni e criticità, perché Messina non deve essere solo la città dove poggerà il Ponte, non sia spettatrice».
Il vicesindaco Salvatore Mondello ha dato una serie indicazioni sui prossimi passi che possono, effettivamente, far muovere la macchina del Ponte. «A metà mese, a Palazzo Zanca o al Palacultura i tecnici della “Stretto di Messina” faranno vedere agli interessati tutte le tavole del progetto e in particolar modo quelle legate agli espropri. Sarà un appuntamento periodico che servirà ad avvicinare i cittadini ad una procedura che sarà piuttosto lunga e forse farraginosa». E poi rivolgendosi ai professionisti in platea: «Capiamo le dinamiche degli espropri e sappiamo che arriveranno montagne di ricorsi. Ecco perché sono perplesso che, davvero, le opere possano partire a luglio prossimo. E allora, meglio aspettare qualche mese e poi non fermarsi più. Sarebbe intollerabile che ci sia uno stop dopo l’avvio».
E sul tema dei ricorsi per gli espropri il presidente dell’ordine degli avvocati di Messina lancia una proposta “choc”. «L’attività giudiziaria rischia di essere ingolfata dalla mole di istanze che potranno arrivare e che meritano risposte celeri – dice Paolo Vermiglio –. Allora chiediamo che sia potenziato il comparto della giurisdizione per evitare che si crei un collo di bottiglia. Una cosa che si può ottenere è l’aumento della pianta organica dei magistrati, se non addirittura la realizzazione di una sede staccata del Tar o del Tribunale delle Imprese. Con tutto quel contenzioso, il nostro Distretto non sarebbe più paragonabile agli altri».
Altro tema delicato e interessante toccato dal vicesindaco è stato quello delle opere compensative. Attenzione non quelle utili per raggiungere il Ponte che sono necessarie, ma quelle ai margini che restituiscono alla città strutture utili al suo sviluppo, in cambio dei disagi dei 10 anni di cantieri. «Dovremo stabilire nuove gerarchie – ha detto Mondello – perché quelle concordate nel 2011 sono desuete o sono già in corso di realizzazione da parte dell’amministrazione. E allora anche voi dateci proposte da presentare al tavolo».
Chi più di tutti vuole dare il segnale della concretezza sembra essere il presidente di Sicindustria Messina, Pietro Franza. «Il tempo è poco, ma usiamo questo tavolo per fare arrivare il messaggio che i lavori non devono partire se tutto non è a posto. Ho la sensazione che c’è un’accelerazione in corso su ogni tipo di attività preparatoria, anche semplificando cose che hanno bisogno di essere approfondite. A tutto il mondo interessa che ci sia un collegamento fra Sicilia e Calabria al più presto possibile. A Messina deve interessare che quel Ponte sia anche bello, utile e inserito nel contesto con ricadute economiche permanenti, non solo per gli anni del cantiere. E allora battiamoci perché non sia solo un’opera edile, ma un attrattore». La Camera di Commercio, con Ivo Blandina, punta ad allargare il coinvolgimento a tutta l’area vasta della provincia e annuncia uno studio sull’impatto economico del Ponte, prima, durante e dopo la costruzione. Pino Falzea (ordine Architetti) ricorda come «grandi infrastrutture generano altre infrastrutture. Le opere temporanee diventino permanenti». Anche Salvatore Messina che guida l’ordine degli agronomi, accende i riflettori su un paio di temi delicati. «Le tabelle espropriative tengano conto anche dei nostri Doc coltivati sulle colline di quella zona e poi ci sia una pianificazione forestale che mitighi l’impatto di tutto quel cemento».
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