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I "fantasmi" della Tari a Messina: inizia la caccia anche tra i professionisti

Lunedì 5mila fra avvocati, ingegneri e commercialisti riceveranno una pec per verificare le “incongruenze” delle loro dichiarazioni

Dopo i semplici cittadini, le aziende, ora è la volta dei professionisti. La caccia ai fantasmi della Tari non conosce soste ed entra nella terza fase, la penultima di una strategia messa in campo dall’assessore Roberto Cicala con l’analisi del Tax gap sulla tassa dei rifiuti. Un’operazione trasparenza che servirà a riequilibrare il carico dei circa 60 milioni di un tributo che è arrivato ai picchi storici. Perché, al netto della spesa per lo smaltimento dei rifiuti sulla quale il Comune e Messina Servizi hanno pochissimi margini di manovra, c’è una fetta importante di “illegalità” contributiva sommersa che fa pagare ai cittadini e alle aziende oneste anche i costi dei “furbi” che sperano di farla franca. Ed ecco perché l’anno scorso è partita la caccia ai fantasmi degli elenchi della Tari.
In questo fine settimana partiranno circa 5.000 mail in posta certificata ad altrettanti professionisti della città perché la loro posizione non appare conforme ai dati reali. Il Comune ha lavorato gli elenchi di ingegneri, avvocati e commercialisti della città cercando chi di loro avesse uno studio che non corrispondesse alla abitazione del professionista. E su 9.000 nomi complessivi di iscritti ai tre ordini, 5.000 erano coloro la cui dichiarazione all’ufficio Tari o non è corretta o non nemmeno presente. Adesso questi professionisti avranno 30 giorni di tempo per mettersi in regola o dimostrare la regolarità della loro posizione.

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