Oltre trecento milioni di euro di beni che dal 2019 ad oggi sono passati allo Stato con lo strumento del sequestro e della confisca di prevenzione e antimafia. La confisca che rimane, come ci ha insegnato il compianto Pio La Torre, che ha pagato con la vita la sua intuizione e il suo impegno per l’aggressione concreta ai patrimoni mafiosi, uno strumento assolutamente fondamentale per scardinare l’operatività dei gruppi criminali e dei boss mafiosi, ma anche di imprenditori, usurai e colletti bianchi che gravitano nella “zona grigia” e spesso rimangono ai margini della visibilità investigativa. Uno strumento questo, che si è rivelato nel tempo molto più concreto delle condanne penali nell’azzerare la capacità di agire di gruppi e singoli soggetti. Sono questi i numeri, con decine di soggetti mafiosi e non monitorati nella forbice temporale 2019-2023, del gruppo Misure di prevenzione della Procura, coordinato dall’aggiunto Vito Di Giorgio. Che è composto dai magistrati della Distrettuale antimafia, dal gruppo di colleghi della Procura ordinaria che si occupano di criminalità economica, e poi dalle funzionarie amministrative Maria Enza Bonsignore e Adriana Zumbo, e da due investigatori, l’ispettore superiore di polizia Simone Andronaco, e l’appuntato scelto della Guardia di finanza Dino Galletta. Si tratta di un gruppo operativo presso il pool che sta intensificando ormai da mesi con un gran lavoro gli sforzi per far crescere sempre di più i provvedimenti esitati. Ma facciamo parlare i numeri. Le misure di prevenzione sopravvenute nel periodo 2019-2023 sono state 1329, e ne sono state definite 1166. L’importo di sequestri e confische nello stesso arco di tempo (2019-2023) è stato di 300 milioni e 574mila euro. Un altro dato emblematico per guardare all’evoluzione del sistema è quello delle misure di prevenzione antimafia sopravvenute. Se si fa il paragone delle misure personali e reali tra il 2018 (34), e l’anno che si è da poco concluso, il 2023 (142), si ottiene una percentuale del +320%. Per quelle definite con lo stesso parametro se si mettono a confronto il 2018 (29) con il 2023 (185), si ha una percentuale d’incremento del +526%. Questo significa che per un verso è cresciuta notevolmente l’applicazione di questa misura economica fondamentale per combattere mafia e criminalità, e per altro verso che le capacità di gestione degli uffici giudiziari sono aumentate in maniera considerevole. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina