Mentre l'ospedale resta nel limbo non avendo avuto concrete indicazioni dall'Asp e dall'assessore regionale alla Salute, sul ripristino del Pronto soccorso e la mancata attuazione della rete ospedaliera del 2019, si susseguono le reazioni contro il Governo regionale e sugli esponenti della maggioranza intervenuti nella seduta straordinaria del Consiglio comunale. Secondo Carmen Bruno, della Rete per la salute pubblica che raggruppa le associazioni a difesa dell'ospedale, nell'ultima seduta «si è assistito da una parte all’ennesima beffa dell'attuale dirigenza dell’Asp. Beffa – sottolinea l'attivista della Rete – a danno dei cittadini. Manager aziendali pagati dalla collettività i quali neanche si presentano ad un confronto convocato su un argomento di primaria importanza: la salute pubblica di un vasto territorio di 13 Comuni». «Dall’altra – ha aggiunto Bruno – è stata replicata «l’ennesima passerella della deputazione regionale che anziché proporre soluzioni si è spellata mani e lingua per giustificare la sua incapacità ad invertire una tendenza che ha come obiettivo lo smantellamento del Cutroni Zodda». E ancora: «Nessuna nuova proposta, solo scarico di responsabilità, peraltro non si sa neanche su chi o cosa. “Noi abbiamo fatto di tutto” ripetono esponenti della maggioranza di Governo, ma credo che tutti i cittadini in aula abbiano ormai ben compreso che loro sono il problema, non la soluzione». Per Carmen Bruno conta «solo un dato a proposito delle chiacchiere sulla mancata riapertura del Pronto Soccorso per mancanza di medici; quando venne chiuso i medici c’erano, ora tutti hanno la risposta pronta: “non ci sono medici».
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