Si è chiusa con due rinvii a giudizio decisi dalla gup Monia De Francesco l’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta sulla morte di Agata Rinciari, la commercialista molto conosciuta e stimata in città, deceduta a 68 anni, il 10 agosto del 2022 al Policlinico dove era ricoverata da quasi un mese, dopo un intervento alla colecisti. La gup ha accolto la richiesta formulata in aula dalla pm Anita Siliotti. La data d’inizio del processo è stata fissata per il 10 gennaio 2025.
L’inchiesta, con l’ipotesi di omicidio colposo, avviata a seguito di una denuncia presentata dal fratello e dalla sorella della professionista, era sfociata nei mesi scorsi nella richiesta di rinvio a giudizio, depositata dal sostituto procuratore Roberto Conte, nei confronti di due medici del Policlinico che ebbero in cura la donna. Si tratta delle dottoresse Cristina Damiano e Grazia Leonelli, entrambe operatrici nel reparto di Chirurghia (questo giornale, per consuetudine deontologica, tranne che in casi particolari, ormai da anni pubblica i nomi dei medici coinvolti in casi sanitari solo dopo il primo effettivo vaglio processuale di confronto accusa-difesa, che è l’udienza preliminare, n.d.r.).
Le due dottoresse sono state assistite dagli avvocati Francesco Euticchio e Paolo Sciglitano. Come parti civili nel procedimento i familiari della professionista, che sono stati rappresentati dall’avvocato Pietro Luccisano, il quale ha citato come responsabile civile il Policlinico, che è stato invece rappresentato dall’avvocato David Bongiovanni.
Agata Rinciari, nota professionista, era stata vice presidente dell’Ordine dei commercialisti, ed era anche impegnata nel sociale, era tesoriera nazionale del club Kiwanis. Il 4 luglio dell’anno scorso era stata sottoposta, al Policlinico, ad un intervento chirurgico di colecistectomia ed emicolectomia destra.
Subito dopo l’operazione, come poi fu ricostruito nella denuncia che venne presentata ai carabinieri dai familiari, aveva accusato forti dolori all’addome e al fianco. Con il passare dei giorni le sue condizioni non migliorarono tanto che alla fine di luglio i familiari erano stati avvisati dai medici della decisione di intervenire di nuovo chirurgicamente. Alla fine di luglio, dopo essere stata trasferita nel reparto di Medicina d’urgenza Covid, essendo nel frattempo risultata positiva, e successivamente al reparto di Terapia intensiva Covid, fu sottoposta ad un altro intervento che purtroppo non servì a salvarla. La donna morì la sera del 10 agosto 2022.
Secondo l’ipotesi della Procura, che adesso sarà passata al vaglio del futuro processo, “il tardivo trattamento chirurgico” avrebbe determinato il peggioramento del quadro patologico dal quale sarebbe derivato il decesso.
L’autopsia sulla commercialista fu all’epoca eseguita dal medico legale Giovanni Andò e dallo specialista in chirurgia generale Luigi Lucibello, mentre l’avvocato Pietro Luccisano per i familiari si avvalse della dott. Patrizia Napoli come consulente di parte.
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