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«Rete ospedaliera al collasso» nel Messinese. Mamì: «Il Cutroni Zodda quasi chiuso, il Fogliani insufficiente»

Barcellona, l’assemblea torna a riunirsi stasera sull’emergenza più grande. Il Consiglio comunale si riaccende

Alle 19 di questa sera si terrà una seduta straordinaria del consiglio comunale per fare luce sulle sorti dell'ospedale Cutroni Zodda. Saranno presenti i deputati regionali e nazionali della provincia di Messina, ai quali sarà chiesto di dare lumi sul futuro del nosocomio barcellonese, strettamente correlato a quello del Fogliani di Milazzo.

I due presidi da parecchio tempo vivono due situazioni paradossali: a Barcellona il pronto soccorso è chiuso, a Milazzo è preso d'assalto da un'utenza abnorme rispetto alle effettive potenzialità della struttura e del personale disponibile. Al pronto soccorso mamertino i tempi di attesa per essere curati diventano spesso "biblici" e altrettanto spesso i pazienti vengono dirottati altrove, con potenziale compromissione della loro salute. I cittadini sono stremati dal reiterato rinvio di soluzioni definitive per la tutela della salute pubblica. L'onorevole Pino Galluzzo ha annunciato che la Regione assicurerà maggiori fondi per la sanità e che saranno destinate importanti risorse per incentivare i medici ad accettare le sedi ospedaliere disagiate. Il Cutroni Zodda, giocoforza, rientra tra queste: «Con il Consiglio straordinario di questa sera – dichiara Antonio Mamì del Movimento Città Aperta – cercheremo ancora una volta di accendere i riflettori sull'emergenza sanitaria che da troppo tempo vive il comprensorio Barcellona- Milazzo- Lipari. La rete ospedaliera è al collasso. L'ospedale di Barcellona è praticamente chiuso e senza pronto soccorso, mentre l'ospedale di Milazzo è incapace di rispondere alle esigenze del territorio con l'emergenza/urgenza costantemente sovraffollata. A ciò si aggiunge il balletto politico su dove trasferire il reparto per poter effettuare i lavori di ristrutturazione. A Lipari l'ospedale è ridotto ai minimi termini e non può garantire ai residenti gli standard di assistenza sanitaria previsti». Per Mamì le responsabilità sono palesi: "questa situazione è figlia di 7 anni di governo regionale di centrodestra, con Musumeci prima e con Schifani ora: i deputati locali che hanno appoggiato questi governi hanno solo fatto promesse senza mantenerle, aggravando i problemi anziché risolverli. Sembra finita nel dimenticatoio anche la promessa di salvezza tramite la fondazione "Il Giglio». I cittadini devono farsi sentire per tutelare il diritto alla salute: li invitiamo ad essere presenti questa sera per chiedere al sindaco e ai deputati di trovare una soluzione reale o, in alternativa, di dimettersi per manifesta incapacità».
Mentre il sindaco Pinuccio Calabrò rimanda a questa sera in aula le sue dichiarazioni, in città montano rabbia, delusione e frustrazione, come sottolinea l'avvocato Carmen Bruno della Rete per la salute pubblica: «Siamo spettatori inermi che osservano la paralisi in cui versa la sanità nel nostro territorio. Diventa stucchevole leggere l'ennesima dichiarazione di compiacimento di chi periodicamente promette soluzioni. Ben vengano i fondi per la manutenzione, ma se l'ospedale rimarrà ancora chiuso l'emergenza per la gente continuerà. Ad oggi possiamo solo prendere atto di azioni volte a indebolire i pronto soccorso. Si pensi che, nella pianta organica riscritta dopo la pandemia, il personale infermieristico di Milazzo è stato ridotto da 32 a 30 unità, anziché essere aumentato dopo la chiusura del pronto soccorso di Barcellona».

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