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Messina: dalla Calabria a Giostra, fiumi di droga sul mercato. Condanne per 500 anni di carcere I NOMI

L’udienza preliminare per l’inchiesta “Impasse” di Dda e Finanza che vede coinvolti collaboratori, fornitori, pusher, intermediari e corrieri

Per leggere la sentenza, a conclusione della maxi udienza preliminare per l’operazione antidroga “Impasse”, ieri mattina la gup Claudia Misale ha impiegato diversi minuti. Visto che gli imputati dei giudizi abbreviati erano oltre cinquanta. E si tratta alla fine di 47 condanne e 8 assoluzioni totali rispetto a 55 imputati, per quasi 500 anni di carcere inflitti. La “Impasse” è l’operazione condotta nel 2022 dalla Distrettuale antimafia di Messina su un gruppo che gestiva un imponente traffico di sostanze stupefacenti sull’asse tra la Calabria e la Sicilia. Si tratta delle vicende al centro di un’indagine della Guardia di Finanza sfociata in una serie di arresti a dicembre del 2022. La base operativa era all’interno di un vicolo cieco del quartiere Giostra.

All’udienza preliminare nei mesi scorsi erano arrivati in 65, la maggior parte degli imputati aveva chiesto il rito abbreviato, mentre in 12 avevano optato per quello ordinario. Il 15 settembre del 2023 i sostituti della Dda Antonella Fradà e Francesco Massara avevano formalizzato le richieste dell’accusa, sollecitando 45 condanne per un totale di oltre 520 anni di carcere, e poi 7 assoluzioni con varie formule. In particolare i pm avevano chiesto condanne che andavano da un massimo di 20 anni fino ai 2 anni di reclusione. E vista la sentenza di ieri l’intero complesso accusatorio delineato dalla Procura ha tenuto al vaglio del gup. La condanna più alta, 20 anni, era stata chiesta per Giovambattista Cuscinà considerato a capo dell’organizzazione, e poi per Francesco Cuscinà e Maria Cacopardo.

La sentenza

La gup Misale ha deciso in concreto 47 condanne e 8 assoluzioni totali, più una serie di proscioglimenti parziali da alcune accuse. Ecco tutte le condanne: Francesco Cuscinà, 20 anni di reclusione; Giovambattista Cuscinà, 20 anni; Nicola Mantineo, 8 anni e 8 mesi; Viviana Di Blasi, 12 anni; Maria Cacopardo, 12 anni e 8 mesi; il collaboratore Giovanni Bonanno, 3 anni e 8 mesi (attenuanti prevalenti sulle aggravanti); Bruno Gioffrè, 12 anni e 8 mesi (di San Luca in Calabria); Antonio Pelle, 10 anni e 8 mesi (di San Luca in Calabria); Francesco Spadaro, 13 anni e 4 mesi; Tiziana Mangano, un anno e 8 mesi più 6mila euro di multa; Gianluca Siavash, 11 anni e 2 mesi; Deborah Mandini, 9 anni e 4 mesi; Davide Lo Turco, 10 anni; Alessia Maccarrone, 7 anni e 6 mesi; Saverio Maisano, 11 anni e 4 mesi; Davide Antonino Zaccuri, 10 anni e 4 mesi (di Melito Porto Salvo); Mario Bonaventura, 4 anni e 32mila euro di multa; Francesco Alati, 10 anni e 8 mesi (di Melito Porto Salvo in Calabria); Davide Stroncone, 9 anni e 4 mesi; Graziano Castorino, 13 anni e 4 mesi; Giuseppe Castorino, 10 anni; Antonio Patrik Emanuele, 7 anni e 4 mesi più 44mila euro di multa; Giuseppa Giando Di Amico, 8 anni; Giovanni Vezzosi, 9 anni e 2 mesi; Gianpaolo Scimone, 11 anni e 2 mesi; Calogero Rolla, 10 anni e 6 mesi; Filippo Bonanno, 12 anni; Rosa Bonanno, 10 anni e 8 mesi; Natale Viola, 9 anni e 4 mesi; Maurizio Trifirò, 12 anni; Carmelo Lo Duca, 10 anni e 8 mesi; Salvatore Lo Duca, 10 anni e 8 mesi; Benedetto Mesiti, 10 anni; Michele Fusco, 10 anni; Daniele Giannetto, 8 anni e 8 mesi; Alessandro Buonasera, 11 anni e 4 mesi; Giuseppe Abate, 10 anni e 8 mesi; Francesco Giuffrida, 9 anni e 4 mesi; Francesco Musolino, 9 anni e 4 mesi; Kevin Giovanni Calarese, 8 anni e 8 mesi; Salvatore Chiarenza, 9 anni e 2 mesi; Nunzio Pantò, 7 anni e 4 mesi più 40mila euro di multa; Santo Sarnataro, 5 anni e 4 mesi più 20mila euro di multa; Claudio Rotondo, 5 anni e 20mila euro di multa; Giuseppe Galli, 4 anni e 18mila euro di multa; Emanuele Bonasera, 2 anni e 6 mesi più 16mila euro di multa; Giuseppe De Francesco, 2 anni e 4 mesi più 14mila euro di multa.

La gup Micale ha poi assolto da tutte le accuse contestate Silvia Sanò, Pasquale Mollica (di Melito Porto Salvo in Calabria), Daniele Sulas (di Reggio Calabria), Gaetano Litterio Geraci, Umberto Suraci, Giuliano Antonio Suraci, Maurizio Papale e Antonino Alessandro.

L’indagine

Era un gruppo parecchio numeroso, che contava una cinquantina di affiliati. Una «articolata associazione criminale, con base logistica a Giostra», scrisse all’epoca la gip Tiziana Leanza nell’ordinanza di custodia cautelare. Che era dedita alla «gestione di un imponente traffico di sostanza stupefacente di varia natura», destinata da un lato allo spaccio “al dettaglio”, dall’altro all’approvvigionamento di reti di distribuzione in mano a grossi acquirenti finali. Cocaina, hascisc, marijuana non mancavano mai al gruppo, che era caratterizzato da un rilevante «dinamismo operativo». Sotto il profilo economico-finanziario, le indagini della Finanza permisero di documentare per parecchi indagati la disponibilità di beni mobili e immobili in misura sproporzionata rispetto al reddito dichiarato e al tenore di vita. Ragion per cui la gip Tiziana Leanza dispose contestualmente agli arresti nel dicembre del 2022 il sequestro di unità immobiliari, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo stimato di circa 500mila euro. Sequestri che a conclusione dell’udienza preliminare, ieri, sono stati confermati con la confisca dalla gup Misale.

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