Messina, 10 indagati per l'inchiesta sull'Asp. Coinvolti l’ex dg Alagna, il deputato Calderone e l’ex sindaco Accorinti
Adesso è chiusa l’indagine sull’attività dell’Asp di Messina, che ha avuto un lungo e complesso iter per una profonda diversità di valutazioni tra Procura, Gip e Tribunale del riesame. L’atto finale ex art. 415 bis c.p.c. in questa fase è siglato dalla pm Roberta la Speme e controfirmato dal procuratore vicario Rosa Raffa, e vede ridursi il numero degli indagati dai tredici iniziali ai dieci attuali. Sono coinvolti per le vicende sanitarie l’ex commissario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna (che si è dimesso subito dopo la diffusione della notizia dell’inchiesta, il gip ha respinto la richiesta di misura interdittiva a suo carico), uno solo dei quattro medici assunti dall’Asp per l’emergenza Covid-19, il dott. Domenico Sammataro (ipotesi di truffa sulle ore lavorative), l’ex dg dell’Asp di Messina Paolo La Paglia, il parlamentare barcellonese e avvocato Tommaso Calderone (oggi è deputato nazionale ma i fatti contestati si riferiscono alla sua permanenza all’Ars come deputato regionale, n.d.r.), il segretario particolare del parlamentare, Alessio Arlotta, e poi l’infermiere in servizio all’ospedale di Barcellona Felice Giunta e il dipendente della ditta Medimed Alessandro Amatori (per i due l’ipotesi è di falso).
L'ex sindaco Accorinti e il caso Don Orione
C’è poi inserita nell’ambito di questa inchiesta una vicenda che vede indagati per abuso d’ufficio l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, l’ex direttore generale dell’Asp di Messina Gaetano Sirna e il direttore pro-tempore dell’Istituto Don Orione Marco Grossholz: secondo la Procura, in sintesi, nel 2018 avrebbero sottoscritto un protocollo d’intesa senza il parere della Regione Siciliana, e per una struttura non accreditata presso la Regione Siciliana, che impegnava l’Asp per 350mila euro e il Comune per 100 euro al giorno per ogni utente, per realizzare il progetto di assistenza di anziani e disabili, che è la mission del Don Orione. Il cosiddetto “ingiusto profitto” secondo i pm ammonterebbe a quasi sei milioni di euro per il Don Orione. Torniamo alle vicende dell’Asp seguendo le ipotesi di reato che la Procura ha inserito nell’atto di chiusura delle indagini preliminari. I pm contestano a Calderone e Arlotta un ipotesi di concorso in “Induzione indebita a dare o promettere denaro e altre utilità” per aver indotto l’allora dg dell’Asp La Paglia a promettergli di aprire la Terapia intensiva al Covid Hospital di Barcellona - siamo nel dicembre del 2020 -, in modo tale da permettere all’on. Calderone di diramare un comunicato stampa e attribuirsi il merito di tale apertura, così ottenendo l’apprezzamento e il consenso della popolazione locale. In relazione a questa vicenda i pm citano alcuni movimenti di medici che sarebbero stati finalizzati allo scopo. Sempre Calderone e Arlotta, secondo l’ipotesi dei pm, il 10 novembre del 2020 avrebbero indotto La Paglia a nominare quale direttore sanitario dell’Asp Bernardo Alagna. A La Paglia viene contestata poi la stessa imputazione per gli stessi fatti, ovvero “Induzione indebita a dare o promettere denaro e altre utilità”. L’ipotesi di reato formalizzata per Bernardo Alagna per i pm rimane quella della corruzione - il gip non ne ha ravvisato la sussistenza, il Riesame l’ha spostata temporalmente in avanti, in relazione ai fatti dell’inchiesta -, perché avrebbe indebitamente accettato dall’on. Calderone, per il tramite di Arlotta, la promessa dell’utilità consistente nella nomina a commissario straordinario dell’Asp. Anche in questo caso i pm elencano una serie di provvedimenti e di movimenti di medici che Alagna avrebbe adottato su indicazione dell’on. Calderone per il tramite di Arlotta.
Calderone: "Accusa totalmente inesistente"
L’on. Tommaso Calderone ha inviato una nota dopo la chiusura delle indagini: «Finalmente posso dire la mia, dopo quattro mesi di silenzio. È un’accusa totalmente inesistente, non ho fatto nominare nessun direttore sanitario e non ho chiesto cortesie, lo dimostrerò con forza e determinazione, che chi mi conosce sa, non mi sono mai mancate. Mi si accusa di avere chiesto in tempo di pandemia e con i morti per strada l’attivazione del reparto di Terapia intensiva a Barcellona: è un’imputazione che suscita sconforto. Se un deputato non fa questo cosa dovrebbe fare, è veramente sorprendente che mentre a Palermo i partiti discutono sulla ripartizione dei direttori generali l’on. Calderone, l’ultimo dei Mohicani, è sotto procedimento per una nomina mai fatta». «Ho già chiesto - prosegue -, la copia di tutte le conversazioni, anche quelle non trascritte, e le sorprese saranno a iosa. Produrrò documenti e testimonianze che renderanno l'accusa ancora più risibile di quello che è, e non è facile. Un’indagine senza precedenti mai vista in 40 anni di carriera: intercettazioni ovunque, 14 proroghe, intercettato in segreteria in tutte le stanze, nello studio anche nelle stanze da me mai frequentate ove lavoravano avvocati civilisti - su questi punti faremo un’attenta verifica -, sulle autovetture, sui telefoni e perfino con il trojan. Per arrivare a concludere, dopo anni di indagini così invasive, che avrei fatto nominare un direttore sanitario che non ho fatto nominare, e che ho chiesto l'attivazione del reparto di Terapia intensiva a Barcellona. Se intercettano un contadino per anni sempre trovano che ha rubato i limoni al vicino. Io ho un record, quello di non avere commesso nessun reato, nonostante intercettato nella maniera più invasiva che abbia mai visto. Mi voglio convincere e sono convinto che tutto questo non abbia nessuna pertinenza con la mia attività di parlamentare in materia di giustizia e per le proposte di legge che io ho presentato». «Voglio solo darvi un dato - conclude -. L’ultimo atto del procedimento che mi riguarda reca la data luglio 2022. Da luglio 2022 alla fine di febbraio del 2023 non accade nulla, il procedimento resta negli armadi. Verificherò con attenzione quale è stata la mia attività nei mesi precedenti alla fine di febbraio 2023. Del resto che l’accusa sia totalmente infondata lo dimostrano i due provvedimenti di rigetto del gip e del Tribunale del riesame».