Un altro corriere di droga assicurato alla giustizia e inserito nel lungo elenco dal titolo “Stretto di Messina come crocevia dello spaccio”. Simone De Cola, messinese di 37 anni, è stato arrestato in flagranza di reato e rinchiuso nell’istituto penitenziario di Gazzi, in quanto sorpreso dalla Guardia di finanza con oltre un chilogrammo di cocaina.
Il luogo del ritrovamento è ancora una volta la Rada San Francesco, dove l’uomo, giovedì scorso, è sbarcato a piedi da una nave traghetto della Caronte & Tourist, proveniente da Villa San Giovanni.
L’indagato, difeso dall’avvocato Alessandro Trovato, è comparso ieri in Tribunale per l’udienza celebrata per direttissima, al termine della quale la giudice Monia De Francesco ha convalidato l’arresto operato dalle Fiamme gialle, accogliendo la analoga richiesta avanzata dalla sostituta procuratrice Roberta La Speme.
Il fermo è scattato alle 19.45 del 4 gennaio, nell’ambito di un ordinario servizio predisposto dal Comando provinciale e finalizzato alla repressione del traffico di sostanze stupefacenti. Appena sceso dalla “Telepass”, viene sottoposto a controllo, ma all’improvviso fugge ed è raggiunto e bloccato dai militari sul viale della Libertà, all’altezza dell’attività commerciale “L’ancora”. Perquisito, addosso ha un involucro, o meglio il classico “panetto” avvolto con adesivo di colore marrone riportante un logo con il simbolo e il nome “Zeus”, contenente polvere biancastra. Inviata nei laboratori specializzati del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri per le analisi del caso, è risultata essere cocaina, per un peso complessivo di 1,169 chilogrammi.
La giudice De Francesco, nell’ordinanza su richiesta di convalida e di applicazione di misura cautelare personale, ravvisa un quadro indiziario «di rilevante gravità» a carico di Simone De Cola, anche perché il quantitativo sequestrato dal personale operante è «certamente incompatibile con una detenzione a fini personali». Non a caso, dal carico sarebbe possibile ricavare oltre 4500 dosi medie singole.
In sede di interrogatorio, tra le altre cose, il trentasettenne messinese decide di avvalersi della facoltà di non rispondere, non fornendo, quindi «nessun utile contributo conoscitivo» alla vicenda. Rilevata, altresì, «una personalità allarmante» dell’indagato, «il quale annovera diversi precedenti penali anche specifici». Nel provvedimento, inoltre, si fa riferimento a presunti «collegamenti dell’indagato con ambienti criminali dediti al narcotraffico».
La brillante attività è stata eseguita dai finanzieri del Gruppo Messina, che, inoltre, hanno requisito a Simone De Cola un telefono cellulare che sarà passato al setaccio, alla ricerca di altri elementi utili alla ricostruzione di uno scenario che potrebbe aprire altre porte.
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