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Milazzo “area ad alto rischio”: un marchio da superare

Ben ventidue anni di “marchio” senza alcun risultato concreto. E adesso la persistente inerzia sull’utilizzo delle somme messe a disposizione negli ultimi anni per la bonifica potrebbe rimettere in discussione quella dichiarazione di “Area ad alto rischio” che non tutti, nel lontano 2002, hanno voluto ritenendola giustamente un “peso” per le prospettive turistiche della città del Capo. E quel marchio è stato e continua ad essere un peso per questa città che cerca di decollare grazie al la volontà di tanti operatori che in questi anni si sono messi, per vocazione ma anche per necessità, in discussione aprendo tantissimi B&B, ritrovi e attività legate al mare.

Il decreto del Ministero è del 2002 e non contiene una scadenza (anche se qualcuno ritiene il contrario), ma l’inerzia istituzionale, soprattutto da parte della Regione, potrebbe indurre ad una rivisitazione di questa mappatura in virtù anche di quanto previsto dalla norma che regola i “Sin” ( Siti di interesse nazionali) nei quali è inserita Milazzo con il suo comprensorio. E in tal senso la cosa non dispiacerebbe affatto agli operatori turistici milazzesi, che segnalano come ormai i turisti siano bene informati anche su queste cose e spesso, oltre ad esaltare le bellezze di Milazzo, segnalano il disagio per quello che notano nella zona di Levante.
In realtà l’eliminazione di tale “marchio” non risolverebbe il problema che da tempo si trascina in questo territorio, ovvero il mancato avvio delle bonifiche programmate. Bisogna, in buona sostanza fare, con o senza la dichiarazione, quello che sino ad oggi non è stato fatto, come sottolineano i sindacati. E se non si comincia tutto è destinato a rimanere così, anzi col passar del tempo la situazione peggiorerà.

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