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Abitazioni invase dai liquami, condanna ridotta per il Comune di S. Teresa di Riva

I fatti oggetto del contendere risalgono al 2009

In primo grado era arrivata una pesante condanna per l’ente locale. Adesso, in Appello, la sentenza è stata parzialmente riformata, ma a dire l’ultima parola sarà la Cassazione.
C’è il verdetto di secondo grado per la vicenda riguardante le abitazioni di S. Teresa di Riva invase dalla fognatura nel 2009, quando le acque nere e bianche esondarono da un vecchio canale di scolo delle Ferrovie dello Stato, risalente al 1879, e allagarono due immobili sulla via Regina Margherita. Immobili di proprietà di Antonina Rigano, Salvatore Turnaturi e Maria Francesca Garufi.
Il collegio della Seconda Sezione civile composto da Antonino Zappalà (presidente), Vincenza Randazzo e Maria Grazia Lau (consiglieri), ha ritenuto infondati due motivi dell’atto di Appello e confermato la sentenza di primo grado relativamente alla responsabilità del Municipio per i danni agli immobili («risulta provato che il canale di scolo, la cui custodia era in capo al Comune, ha causato il danno e il Comune, cui incombeva l’onere probatorio, non ha provato che tali danni sono stati causati dal caso fortuito») e l’obbligo di eseguire i costi per alcuni lavori «necessari per ripristinare la vivibilità e salubrità dei locali e rientranti tra i costi relativi ai danni provocati dall’allagamento». Accolte, invece, le tesi dell’avv. Delia in merito alla condanna del Comune al pagamento di 28.840 euro per il mancato uso degli immobili danneggiati, «per mancata allegazione e prova del danno (mancato godimento dell’immobile diretto o indiretto)».

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