Dehors a Messina, si torna a pagare la Cosap nel 2024. Per bar e ristoranti ipotesi sconto del 50%
Prima per necessità poi perché sono piaciuti. Negli ultimi tre anni si sono moltiplicati in città gli spazi pubblici occupati da dehors e quelli con sedie e tavoli pronti ad ospitare i clienti di bar, pizzerie e ristoranti. Un proliferare che è stata facilitato anche dalla gratuità del tributo che il commerciante deve al Comune per far proprio quello spazio sottratto alla pubblica fruizione. Sia un marcipiade, o parte di esso, una piazza, o gli stalli della sosta, c’è una tariffa giornaliera che deve essere versata sulla base dei metri quadri occupati. Ma questo canone che si deve pagare per le occupazioni permanenti e temporanee, chiamato Cosap, in realtà non viene chiesto ai commercianti da tre anni. Si è trattato di un’esenzione arrivata, prima nel periodo del Covid (e voluta dal Governo) e che nasceva dall’esigenza di ridurre la presenza di persone in posti al chiusi per evitare il contagio. Poi nei successivi due anni peer dare un segnale di sostegno alla ripresa delle attività commerciali. Nel 2022 e quest’anno è stato il Comune a farsene carico “recuperando” la somma non introitata (una stima del 2022 era di poco meno di 600mila euro) da altri fondi di bilancio. Ma ora che la misura è in scadenza non sembra che ci siano i presupposti per il rinnovo anche per il 2024. Se ne fa interprete lo stesso sindaco. «Credo che sia arrivato il momento di normalizzare la situazione – dice Federico Basile –. Questo non vuol dire che tutti coloro che hanno questo tipo di soluzioni per l’esterno, dovranno pagare subito la tariffa piena. Sono convinto che potremo trovare una soluzione con un rientro alla situazione standard per step». Alla base della decisione di questo “rientro” alla tariffazione pur alleggerita, fa capire il sindaco, anche la necessità di non creare sperequazioni fra chi può avere questa opzione e chi, per situazioni logisitiche diverse, non può percorrerla. E poi c’è il tema degli stalli blu occupati dai dehors che non fanno più reddito. Soldi che, a guardarla dall’ottica di Palazzo Zanca, devono rientrare. «Un’ipotesi di lavoro è quella di dimezzare il costo del canone – conclude Basile – oppure di regolarla in base al fatturato. Ci penseremo in questi giorni». Quando, siamo certi, anche le associazioni di categoria prenderanno posizione e avvieranno le interlocuzioni del caso sulla vicenda. Quel che è certo è che i messinesi sembrano aver apprezzato le soluzioni esterne proposte dai locali che ne hanno potuto crearne anche di accoglienti (ma ce ne sono anche parecchi di dubbio gusto e particolarmente invasivi specie perchè lasciano poco spazio per i pedoni), sapendo di poter contare sulla gratuità della Cosap. E ora che faranno? preferiranno smontare tutto per di risparmiare il tributo (su base annua può essere anche diverse migliaia di euro) o, fatti due conti, sceglieranno la continuità per non perdere posti e clientela? Di certo nella decisione un peso lo avrà anche l’approvazione recente del Governo della proroga per tutto il 2024 delle regole semplificate per l’occupazione di suolo pubblico con dehors e tavolini. Il Parlamento ha approvato “l’emendamento De Priamo”, permettendo così ai titolari di bar e ristoranti di utilizzare, anche per il prossimo anno, gli spazi esterni dei locali senza chiedere l’autorizzazione paesaggistica e culturale.