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Dalla Rinascente di Milano al brand “All’antico vinaio”, il messinese Ivan Zappardino: "Senza gavetta, non c'è successo"

Segni particolari? Curioso, Ambizioso. Tenace. I ringraziamenti più preziosi? Alla madre e alla sua compagna di vita. Ivan Zappardino, classe 1978, è responsabile della gestione e dello sviluppo del brand “All'Antico Vinaio” nel mercato italiano e europeo di pertinenza del gruppo Percassi.

La sua storia è scandita da tanti capitoli avvincenti. Ma riavvolgiamo il nastro. «Sono un messinese “doc”, innamorato della propria città – racconta il professionista – che ha sempre fatto tante cose. D’inverno mi concentravo principalmente sullo studio alla Facoltà di Economia e Commercio, d’estate invece lavoravo nei villaggi turistici, quindi spesso mi perdevo il periodo più bello dall’anno della mia città». Il giovane è sempre stato affascinato dalla musica e dal mondo dell’intrattenimento in generale. Nella città dello Stretto ha collaborato come speaker in alcune radio locali come Antenna dello Stretto e Radiostreet Messina e resta impresso il suo programma radiofonico con il rock sullo sfondo, mentre il popolo della notte lo ha conosciuto in consolle come vocalist. «Non ho disdegnato neanche lavori molto più “classici” – continua – come il rappresentante di prodotti in argento collaborando con mia mamma e il venditore di orologi di lusso e gioielli. Insomma, da un estremo ad un altro e ne sono molto felice, tutta esperienza che adesso mi ritrovo come punto di forza».
Ad un certo punto, però, è arrivato il momento dei bagagli, quando la soglia dei 30 anni era stata già superata: «Mi ha sempre affascinato l’idea di potermi confrontare con città più grandi e complesse e ho colto al balzo un’occasione data da un amico che apriva un ristorante a Milano e che cercava un direttore per una start-up che voleva far conoscere le braciole messinesi. Un piano visionario e molto interessante all’epoca che mi fece dire : “Ora o mai più!”. Avevo già 34 anni e nessun tipo di lavoro stabile in città che mi soddisfacesse. Per cui, pur essendo stata una scelta fondamentale per la mia vita, ripensandoci bene non ci ho messo tanto a decidere».
Ivan ha sempre avuto uno spirito intraprendente e la grande Milano gli ha permesso di confrontarsi con progetti in linea con le sue ambizioni ma soprattutto a superare i limiti. E eccezionale resta l'incarico come manager della Rinascente, una delle aziende più rinomate del Belpaese. «Esperienza incredibile – continua – probabilmente la più importante della mia vita a livello di crescita manageriale. Devo ringraziare Pierluigi Cocchini, “ceo” della Rinascente, Silvano Garro, direttore vendite, Giorgio Caputo, direttore dello “store” e il mio responsabile diretto Massimo Cataldo, “food department manager”: il loro modo di lavorare e il loro esempio sono stati per me fonte incredibile di ispirazione e crescita professionale. La Rinascente è un’azienda eccezionale: vivere uno “store” così grande in piazza Duomo a Milano e con una delle terrazze più belle della città è stata un’esperienza che mi porterò per sempre nel cuore e non nascondo che tutt’ora ritorno con piacere e sono felice di rivedere tutti i miei vecchi colleghi manager e i ragazzi del mio vecchio staff con cui ho mantenuto rapporti bellissimi. Cosa che mi inorgoglisce molto e mi fa capire non solo che ho lavorato bene ma che devo continuare a seguire i miei principi e il mio stile manageriale».
Poi, quasi per caso, è arrivata una nuova svolta: « Sono stato contattato da un selezionatore del personale del Gruppo Percassi al mio terzo anno in Rinascente, mi hanno parlato del progetto e ai tempi ho fatto un paio di colloqui con l’amministratore delegato di Percassi Retail, Matteo Morandi. Poi c’è stato un anno di “stand-by” nel quale probabilmente i dettagli contrattuali tra Percassi ed Antico Vinaio erano in via di definizione, un bene per me perché in quel momento non mi sentivo del tutto pronto a lasciare Rinascente dato che ero convinto ci fosse ancora la possibilità di imparare . E oggi posso dire che la mia sensazione corrispondeva alla realtà. Infatti, il mio quarto anno è stato senza ombra di dubbio quello di maggior crescita e consapevolezza dei miei mezzi e quando a fine 2022 il progetto si è concretizzato e ho sentito di nuovo il “ceo” di Percassi Retail, a distanza di 12 mesi, ero finalmente pronto al cambiamento e molto più preparato professionalmente». Ivan oggi si occupa delle relazioni con il brand e di tutta la gestione e lo sviluppo della rete di punti vendita nati da questa “joint venture” che punta ad aumentare ancora la sua presenza in Italia ma soprattutto a sbarcare in Europa.
E il Sud? Ovviamente è nel cuore del nostro concittadino: «Dopo gli incredibili risultati dell’apertura di Napoli abbiamo avuto la conferma che il Sud Italia è una piazza fantastica e siamo pronti a scendere ancora più giù per lo stivale e, perché no, magari anche a sbarcare sull’isola più bella d’Italia: la mia Sicilia. Quello dell’ampliamento della rete da Roma in giù è un progetto ormai concretizzato, abbiamo scelto le città e abbiamo anche pronte alcune “location”». Ivan si sta occupando della scelta del team con l'adrenalina a mille e ai giovani , mentre ricorda che dal lavoro più umile ha imparato che “buon tempo e mal tempo non durano tanto tempo”, lancia un messaggio: «La gavetta è importante. Quello che sono oggi è il frutto di tutto ciò che ho visto e imparato passando veramente anche da un opposto all’altro, sempre con desiderio di apprendere e di migliorarmi, non considerando sempre il lato economico – che è molto importante – quanto piuttosto le competenze da poter assorbire. L’Italia ha pregi e difetti ma esistono ancora luoghi e aziende che premiano la meritocrazia e che ti valutano per ciò che sei piuttosto che per l’amico o il potente di turno che passa il curriculum sotto la scrivania. La soddisfazione di poter creare la propria carriera senza dover dire grazie a nessuno è un qualcosa ampiamente alla portata di chiunque e con l’impegno e la perseveranza – conclude – ed un pizzico di fortuna ovviamente – si possono raggiungere obiettivi apparentemente non alla propria portata».

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