Messina, il professore accusato di atti sessuali con uno studente dell’Istituto Jaci risponde e si difende davanti al gip
È stato interrogato e ha risposto alle domande del gip il professore 35enne Giulio Chiofalo, che insegnava presso l’Istituto superiore Jaci, arrestato dai carabinieri per atti sessuali con uno studente. L’uomo, sentito dal gip Tiziana Leanza, alla presenza dei difensori ha risposto alle domande fornendo una sua versione dei fatti, ricostruendo quelli che sarebbero stati i rapporti con il minore. L’indagine, coordinata dalla Procura di Messina, aveva preso il via ad ottobre, dopo la denuncia della madre di uno studente di 17 anni, che si era accorta di qualcosa di strano nel comportamento del figlio. Dalle indagini condotte dai carabinieri della Pg è emerso che l’insegnante, da gennaio di quest’anno, avrebbe commesso atti sessuali con il giovane in cambio di denaro e regali. In particolare, il docente avrebbe inizialmente richiesto al ragazzo delle foto e dei video che lo ritraevano e, successivamente, lo avrebbe indotto a subire atti sessuali, dietro il corrispettivo anche di costosi regali, tra cui due scooter, due telefoni cellulari e una playstation. Intanto la Procura dei minori ha aperto anche un altro fascicolo che vedrebbe il professore vittima di estorsione da parte di alcuni minori. Sulla vicenda era intervenuta anche l’autorità scolastica, il provveditore Stello Vadalà, che aveva sospeso il professore. Nell’ordinanza di custodia oltre al caso del ragazzo dello “Jaci”, che aveva 16 anni al momento dei fatti, che il docente faceva addirittura accomodare sistematicamente vicino a lui, alla cattedra, per palpeggiarlo, sono contestati altri casi specifici del 2022 con altre due vittime: la prima aveva 15 anni e la seconda solo 13 anni al momento del fatto.