Ottantotto cancellati e ventitré sospesi. Tutti a richiesta. Sono questi i numeri della “fuga” dalla professione di avvocato a Messina, certificati nell’ultima comunicazione ufficiale che il presidente del Consiglio dell’ordine Paolo Vermiglio e il segretario Aurelio Maiorana hanno inviato in questi giorni alle varie istituzioni della magistratura e forensi. Un trend che è ormai consolidato in Italia quello della “fuga” dalla professione forense, e che a Messina vede secondo l’ultima statistica elaborata dall’Ordine ben 88 avvocati che hanno chiesto di essere cancellati dall’albo, e altri 23 di essere sospesi. I motivi sono molteplici, per esempio molti di loro hanno scelto negli ultimi anni di entrare a far parte dell’amministrazione giudiziaria, ma pesano anche le incombenze economiche da sopportare per i vari pagamenti istituzionali, come del resto accade da un po’ di tempo a questa parte in tutte le professioni. E c’è anche da considerare che la platea di legali è molto vasta rispetto alla domanda della clientela. L’ultima edizione del Rapporto sull’avvocatura curato dal Censis in collaborazione con la Cassa Forense parla chiaro. L’edizione 2023 ha evidenziato un ulteriore calo (0,7%) del numero degli iscritti agli albi, l’edizione precedente aveva posto l’accento su una riduzione dell’1,3%. Il numero degli avvocati italiani, che nel 2021 era già sceso a 241.830 (rispetto ai 245.030 del 2020), nel 2022 si è ridotto ulteriormente a 240.019. Ma l’altro aspetto emblematico messo in luce dallo studio è il fatto che la popolazione forense nazionale sta anche invecchiando. Nel 2021 l’età media di un avvocato era di 42,3 anni, mentre nel 2022 è salita a 47,7. In Italia nel primo trimestre del 2023 ci sono stati 2.336 provvedimenti di cancellazione dalla Cassa Forense. E all'interno dei 240.019 avvocati ancora in attività, ben 14.506 sono pensionati contribuenti, che quindi continuano ad esercitare la professione.