C’è un’immagine che dice tanto, rispetto a quale sia la situazione, oggi, all’Università di Messina. Una situazione in stand-by, va premesso, anche perché formalmente la rettrice neo eletta, Giovanna Spatari, non si è ancora insediata. Il decreto di nomina del ministero dell’Università e della Ricerca è atteso per metà mese, quindi in questa settimana o, al massimo, all’inizio della prossima. Questo non significa che, nel frattempo, nulla sia sia mosso ai piani alti dell’Ateneo. E questo non significa che, una volta arrivato il decreto, sarà immediata la nomina della squadra dei prorettori. L’immagine che dice tanto risale al giorno dello scrutinio, quello che ha sancito la conquista dell’ermellino da parte della prof. Spatari, a discapito di Michele Limosani. La mattina del 28 novembre, in aula magna, in una prima fase Spatari e Limosani, contrariamente alla prassi stabilita dal cerimoniale (qualche minuto dopo si è rimediato), sono seduti entrambi in prima fila, ma non uno accanto all’altro. Ai lati di Giovanna Spatari, in particolare, ci sono l’ex prorettore agli Affari generali, Luigi Chiara, che per buona parte dello scorso rettorato è stato braccio destro di Salvatore Cuzzocrea insieme all’ex vicario Giovanni Moschella; e l’attuale vicario, il più alto in grado dell’Ateneo da quando Cuzzocrea si è dimesso per il “caso rimborsi”, Eugenio Cucinotta. Da una parte il principale sponsor della candidatura di colei che, di lì a poco, sarebbe diventata rettrice, dall’altra il detentore del testimone da passare. Un’immagine simbolica, che potrebbe ricorrere, con ruoli diversi, nei prossimi giorni. Luigi Chiara continua ad avere un peso importante nel “team” a supporto della rettrice, ma come già si vociferava alla vigilia del voto finale, quasi certamente non farà parte della squadra dei prorettori. Per lui si profila, piuttosto, un altro ruolo importante, quello di direttore del dipartimento di Scienze politiche e giuridiche, sebbene serva passare dal voto (altra partita importante, che si giocherà l’estate prossima). Moschella e Spatari hanno smentito le voci su presunti veti posti dal primo al momento dell’accordo per il secondo turno elettorale, veti che avrebbero riguardato, tra gli altri, proprio Chiara, i cui rapporti con Moschella si erano notevolmente raffreddati nell’ultimo semestre. L’incompatibilità resta, anche perché, se è vero che Moschella ha rinunciato a qualsiasi incarico di prorettore, sarà un suo fedelissimo a ricoprire l’incarico di vicario, il direttore del Dicam, Giuseppe Giordano. Non subito, però. In una primissima fase, infatti, la rettrice Spatari potrebbe decidere di prendere tempo, agendo in tandem con l’attuale vicario, Cucinotta, per gestire gli atti più urgenti, tra i quali il bilancio. Non sorprenderebbe, dunque, che le nomine dei prorettori arrivassero ad inizio anno nuovo. Il toto-nomi, come logico che sia, impazza. Potrebbero esserci alcune conferme dalla squadra Cuzzocrea (Roberta Salomone, Ninì Germanà e Giovanna Valenti, mentre si raffredda la pista Francesco Pira). Tra i possibili nomi nuovi Paola Dugo, docente Chimica alimenti, figlia di Giovanni e nipote di Giacomo, Sebastiano Gangemi e Alessandro Morelli (vicino a Moschella). Le riunioni, in questi giorni, sono frequenti. Nessun contatto, invece, con l’ala Limosani, nonostante il grande equilibrio emerso dalle urne. Ma non è escluso che un incontro possa avvenire nelle prossime settimane. Del resto, il Natale si avvicina.