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Messina, quel gruppo elettrogeno da 600 euro al giorno. L'Amam corre ai ripari

Uno dei guai che l’Amam ha dovuto fronteggiare la scorsa estate, un’estate non felicissima per quanto riguarda l’erogazione idrica in città (specie a nord), è stato quello degli incendi. Hanno devastato le colline, messo in ginocchio privati cittadini e intere contrade e, nel passaggio inesorabile delle fiamme, danneggiato impianti legati proprio alla distribuzione dell’acqua. Uno di questi ha interessato la linea elettrica che alimenta il pozzo Timpazzi, che serve la zona di Sperone. Per correre ai ripari, il 28 agosto scorso l’Amam, «in attesa dell’installazione del nuovo contatore Enel, in corso di stipula», ha provveduto con un «servizio tampone» (così viene definito nel provvedimento del direttore generale di fine agosto) per evitare disservizi.

E così l’azienda ha noleggiato un gruppo elettrogeno, dalla ditta Cannistraci Salvatore di Villafranca Tirrena, al costo di 500 euro (oltre Iva) al giorno, più 100 euro di servizio rabocco escluso gasolio. L’11 settembre lo stesso provvedimento (identico, fatta eccezione per un errata corrige) viene reiterato. E ieri la questione è stata trattata, seppur di “striscio”, in quarta commissione: approfittando della presenza dei vertici Amam, i leghisti Giuseppe Villari e Mirko Cantello hanno chiesto, in sostanza, se quel contratto fosse ancora in vigore, posto che, nel frattempo, l’Amam avrebbe speso meno se ne avesse acquistato uno, di gruppo elettrogeno. Fatti due conti, da fine agosto, con una spesa di 600 euro al giorno, sono circa 60 mila euro più Iva. «Ad agosto eravamo in salvaguardia – ha spiegato il direttore generale di Amam, Pierfrancesco Donato – ed Enel non ha potuto attivare la fornitura, cosa che è avvenuta a ottobre. Quindi abbiamo firmato un nuovo contratto con altro gestore per la fornitura energia elettrica. Adesso ci siamo dotati di un gruppo elettrogeno, che è in consegna». Agli atti, in realtà, risulta l’acquisto di due gruppi elettrogeni, molto più potenti, al costo di 430.000 euro, per l’impianto di Bufardo-Torrerossa. Nel frattempo un’altra giornata è passata. Ed è costata altre 600 euro più Iva.

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