Vicenda Asp, anche i giudici del Riesame dicono "no" alla sospensione del manager Alagna e di tre medici assunti durante l'emergenza Covid
A un mese di distanza dalla discussione tra accusa e difesa arriva il "verdetto" del tribunale del riesame sulla vicenda dell’ormai ex commissario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna e sull'attività dell'ente sanitario. E il "verdetto" parla di rigetto dell'appello presentato dalla Procura, che contestava le decisioni del gip. I pm ipotizzavano a carico del manager sanitario, che nel frattempo si è dimesso dall'incarico, la corruzione, per le pressioni politiche che avrebbe ricevuto secondo l’accusa iniziale dall’onorevole e avvocato barcellonese Tommaso Calderone, attraverso anche l’intermediazione del suo segretario particolare, Alessio Arlotta. E a corredo di questa ipotesi d'accusa avevano chiesto per Alagna la misura interdittiva della sospensione dalle funzioni, che il gip aveva rigettato. Questa decisione era stata contestata dalla Procura che aveva proposto appello, ma adesso anche il Riesame ha deciso sulla stessa linea del gip, che non aveva ravvisato a suo tempo nella vicenda profili penali, semmai un "malvezzo della politica". Stessa decisione di rigetto, così come aveva fatto il gip, i giudici del Riesame hanno applicato ai tre medici indagati nell'inchiesta per truffa, per il monte ore di cui avevavo usufruito quando erano stati assunti dall'Asp di Messina per l'emergenza del covid-19. Si tratta dei dottori palermitani Marcello Mezzatesta e Edmondo Palmeri e del medico barcellonese Gaetano Torre. Quindi allo stato anche per loro, cosi come per Alagna, non verrà applicata alcuna misura interdittiva. Molto probabilmente - ma sarà necessario per capire meglio leggere le motivazioni del provvedimento -, questa vicenda che vede una contrapposizione tra accusa e difesa su una misura cautelare da applicare, finirà in Cassazione.