Rischia di finire nelle aule di un Tribunale la vicenda “Gigliopoli”. Infatti l’associazione “Il Giglio” ha pesantemente replicato all’ordine di servizio notificatole dalla Fondazione Lucifero per l’immediato rilascio dei locali e delle aree della Baroni, asserendo «una situazione di abusiva occupazione da parte dell’associazione, in ordine alla scadenza di un accordo di partenariato». L’associazione, presieduta da Vincenzo Scaffidi, con l’assistenza dei legali Maria Morfino e Francesco Siciliano, in una nota non solo ha contestato integralmente il contenuto della lettera ricevuta, rifiutando praticamente di lasciare la Baronia, ma ha anche diffidato la Fondazione ed il Presidente del Cda «dal volere perseverare in iniziative destituite di fondamento giuridico, peraltro non solo pregiudizievoli per l'immagine stessa della Fondazione e di quella dell'Associazione, ma anche – si legge – degli scopi assistenziali che solo grazie ai progetti seguiti e portati avanti negli anni con successo dall'associazione scrivente possono garantire il perseguimento degli obiettivi statutari ed il benessere sociale dei partecipanti». «In primo luogo, si chiede di conoscere quale sia la norma attributiva del potere in capo alla Fondazione – scrive “Il Giglio” – che la autorizzi ad agire d'imperio, usando poteri amministrativi in luogo della ordinaria procedura di rilascio, attivabile innanzi al competente giudice ordinario. In secondo luogo, si contesta l'assegnazione di un termine di dieci giorni per controdeduzioni senza nemmeno consentire alla parte interessata di poter esercitare l'accesso e comunque di comprendere in base a quali assunti ed a quale piattaforma documentale la Fondazione si è determinata a porre in essere tale "irrituale" iniziativa non corrispondente alla legge. Ed ancora in base a quale norma statutaria sia stata intrapresa l'iniziativa direttamente dal Presidente, senza alcuna delibazione da parte del Cda, competente a deliberare sulle convenzioni, e quali sia l'urgenza di una simile iniziativa, che interromperebbe una serie di progetti di rilievo sociale, senza alcuna concreta determinazione alternativa sul punto». Il presidente Scaffidi poi sottolinea che «è totalmente priva di fondamento l'asserzione, pur pesante, contenuta nell'ordine di servizio, secondo cui l'associazione scrivente starebbe occupando abusivamente i locali ed i terreni della Fondazione. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina