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Messina, non erano assenteisti all'ospedale "Papardo": assolti

Concluso in primo grado il processo nato dalle denunce dell’ex dg del Papardo Michele Vullo. Un dirigente medico e sei infermieri che erano accusati di aver truffato l’azienda per il “doppio incarico” in ospedale e al Servizio del 118

L'ospedale Papardo di Messina

Quando scoppiò il caso era l’estate del 2015, e dopo la denuncia dell’allora manager sanitario dell’ospedale Papardo Michele Vullo di qualche mese prima, la vicenda prese anche una piega giudiziaria oltre che amministrativa. Li avevano etichettati come “furbetti del cartellino” ma ieri pomeriggio per sette di loro che erano finiti sotto processo è finito un vero incubo giudiziario.
Tutti assolti “perché il fatto non sussiste” dal giudice monocratico Pugliese, dopo un processo lungo e difficile, e una richiesta di condanna, per tutti, con l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato, da parte dell’accusa. Ed è sintomatico che nonostante alcuni casi fossero prescritti il giudice sia entrato per tutti nel merito con l’assoluzione piena.
L’intera vicenda prese le mosse quando il 31 luglio del 2015, ben 70 parasanitari, tutti affetti da improvvisi problemi di salute, non si presentarono al lavoro tanto da causare gravissimi disagi all’ospedale Papardo, anche per l’organizzazione dei turni di servizio. A quel punto il manager Vullo avvertì i carabinieri dei Nas che poi dopo un controllo a tappeto ripetuto per diversi giorni mandarono una grossa informativa in Procura.
Ieri pomeriggio la sentenza del giudice monocratico Pugliese però ha scagionato sette di quei dipendenti, che tra l’altro finirono a rispondere di queste presunte assenze davanti alla commissione disciplinare interna, e adesso dovranno per forza di cose essere scagionati anche dal punto di vista amministrativo.
Si tratta - le qualifiche si riferiscono ovviamente all’epoca dei fatti -, del dirigente medico Giuseppe Leto e degli infermieri professionali Giuseppa Bonanno, Salvatore Cernuto, Biagio Cesarino, Giacomo Currò, Santi Lombardi e Renato Venuto.

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