Messina

Mercoledì 09 Ottobre 2024

Messina, la corsa al rettorato. Limosani: "Non sono qui per vendette, l'Università è di tutti"

Entra nel vivo la volata finale per l'elezione del rettore all'Università di Messina. Oltre 500 persone hanno riempito le due aule principali del Dipartimento di Economia per la preeentazione del programma del prof. Michele Limosani, candidato a Rettore per il prossimo sessennio. A coordinare l’incontro il prof. Augusto D’Amico, già Direttore dello stesso Dipartimento. Ad aprire la serata, ribaltando il programma, l’intervento di Chiara Furlan, studentessa di Medicina e Chirurgia, a conferma di come la centralità degli studenti - ha detto Limosani - nella sua visione di università non è un semplice slogan, ma un vero e proprio valore. A parlare del programma del prof. Limosani, sono poi intervenuti i proff. Fortunato Neri, professore ordinario del Dipartimento MIFT (per l’Area delle Scienze e Tecnologie); Elena Caliri, professore ordinario Dipartimento DICAM (per l’Area delle Scienze umane); Giovanni Squadrito, professore ordinario del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale (per l’Area delle Scienze della vita); Maria Castriciano, ricercatrice del Dipartimento CHIBIOFARM (per i ricercatori); l’ing. Francesco Oteri (per il personale tecnico amministrativo). Sono stati messi in luce alcuni concetti chiave del programma, come l’idea del ritorno a un governo di Ateneo basato sul confronto e il pieno coinvolgimento di tutte le componenti della comunità, la massima attenzione da porre sulla legalità, l’importanza dell’inclusione, l’esigenza di essere competitivi sul fronte della ricerca e della didattica. “Mi sono chiesto - ha esordito il prof. Limosani - di fronte a quanto accaduto nelle ultime settimane, se questa Università avesse la forza di ripartire. Oggi, vedendo tutta questa gente, l’energia che trasmette, ascoltando chi è intervenuto prima di me, dico senza alcun dubbio sì, ce la faremo”. Limosani ha messo in luce alcuni dati che mostrano come il tasso di crescita di Unime, sia rispetto ad altri atenei dello stesso bacino territoriale sia a quello del Centro-Nord, in questi ultimi anni risulti essere nettamente più basso. Ad esempio, facendo riferimento alle tre misure più importanti pensate dal governo nazionale per il sistema universitario con i fondi del PNRR (i Partenariati estesi, i Centri Nazionali e gli Ecosistemi dell’Innovazione), l’Università di Catania è riuscita a portare a casa 88 milioni, l’Università di Palermo 77 milioni e UniMe poco più di 21 milioni (progetto Samothrace). Un risultato piuttosto deludente. Limosani si è soffermato anche sulla crisi reputazionale che sta attraversando l’Ateneo, affermando che la sua candidatura è oggi l’unica in discontinuità rispetto alle altre, visto che entrambe rappresentano comunque una continuità con la precedente amministrazione. “Non sono - ha proseguito Limosani - la persona venuta a vendicare gli sconfitti, ma il rappresentante di tutti coloro i quali, in silenzio, con il loro lavoro quotidiano cercano di rendere grande l’Università di Messina”. Limosani ha, quindi, riassunto i valori portanti del programma: rispetto delle persone e delle regole, autonomia dei Dipartimenti, separazione tra il potere politico è quello amministrativo, valorizzazione del merito, inclusione e partecipazione, l’aggregazione e l’organizzazione dell’Università per poli disciplinari. “Ritroviamo insieme - ha concluso Limosani - l’orgoglio di appartenere a una grande comunità, a una grande istituzione, a una grande tradizione. Viva la nostra comunità accademica, viva l’Università degli Studi di Messina”.

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