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Palagiustizia di Messina, pagata la prima tranche

Scaduto il termine per far valere il vincolo architettonico il Comune adesso avvia l’iter per restaurare i palazzi di via Garibaldi

Ci siamo. Dopo trentacinque anni di chiacchiere inutili e progetti gettati al vento questa volta sembra proprio fatta per realizzare il secondo polo giudiziario in città lungo la via Garibaldi, nei due palazzi storici della ex Cassa di Risparmio e della ex Banca di Roma.
Prima che Palazzo Piacentini “scoppi” letteralmente sommerso da fascicoli e computer. Per la verità già adesso non è che stia messo molto bene, e nel prossimo futuro non molto lontano per tutti gli operatori che lavorano al piano seminterrato si profila l’incubo dei container collocati nel giardino per consentire gli adeguamenti strutturali non più rinviabili.
Il 9 novembre la giunta Basile ha adottato una determina che definire “storica” non è affatto esagerato, per i posteri è la numero 9222, con cui in sostanza paga con l’esercizio 2023 la prima tranche del finanziamento dedicato alle società Unire 54 e Unire 100 dell’imprenditore Massimo Fiore, in tutto 8 milioni e 600mila euro che verranno depositati sul conto dedicato al notaio Silverio Magno, che ha rogato i due atti di vendita da parte delle due società dei palazzi storici di via Garibaldi al Comune.

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