Hanno scelto strade difensive differenti i tre indagati della recente inchiesta della Squadra mobile che ha tolto il velo da un presunto giro di prestiti a tassi usurai in città. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Nunzio Venuti, 59 anni, detto “Brillantina”, rinchiuso nel carcere di Gazzi.
Nel corso dell’interrogatorio davanti alla gip Tiziana Leanza, in presenza anche del sostituto procuratore Giuseppe Adornato, titolare del fascicolo, ha fatto scena muta, riservandosi di chiarire la sua posizione in un secondo momento. Una scelta che è stata concordata con il suo avvocato, Tommaso Autru Ryolo, con cui si dovrà ancora confrontarsi. Sulla stessa linea Luigi Mancuso, 60 anni, destinatario della misura cautelare dell’obbligo di firma per un presunto coinvolgimento in una delle vicende indagate dai poliziotti. Anch’egli – assistito dagli avvocati Salvatore e Gianmarco Silvestro – ha preferito non rispondere alle domande in questa fase.
Scelta diametralmente opposta quella di Ignazio Prugno, trentanovenne sottoposto agli arresti ai domiciliari, che si è dichiarato estraneo ai fatti e ha respinto le accuse rivolte da una delle vittime di usura che ha vuota il sacco e denunciato. Durante il faccia a faccia con giudice e pubblico ministero, ha riferito di non conoscere gli altri due indagati e ha fornito documentazione con l’obiettivo di dimostrare di non avere concesso alcun prestito di quindicimila euro. Il suo legale, l’avvocato Pietro Venuti, presenterà ricorso al Tribunale del riesame domani.
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