Aperta ieri mattina davanti alla gup Monia De Francesco l’udienza preliminare dopo l’inchiesta sulla morte di Agata Rinciari, commercialista molto conosciuta e stimata in città, deceduta a 68 anni, il 10 agosto del 2022 al Policlinico dove era ricoverata da quasi un mese, dopo un intervento alla colecisti.
L’inchiesta, con l’ipotesi di omicidio colposo, avviata a seguito di una denuncia presentata dal fratello e dalla sorella della professionista, è sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio, depositata dal sostituto procuratore Roberto Conte, nei confronti di due medici del Policlinico che ebbero in cura la donna. I due medici sono assistiti dagli avvocati Francesco Euticchio e Paolo Sciglitano.
Ieri la gup De Francesco ha ammesso come parti civili i familiari della professionista, che sono rappresentati dall’avvocato Pietro Luccisano, e ha autorizzato lo stesso legale a citare come responsabile civile il Policlinico. Poi tutto è stato aggiornato al 16 gennaio.
Agata Rinciari, nota professionista, era stata vice presidente dell’Ordine dei commercialisti, era anche impegnata nel sociale, era tesoriera nazionale del club Kiwanis. Il 4 luglio dell’anno scorso era stata sottoposta, al Policlinico, ad un intervento chirurgico di colecistectomia ed emicolectomia destra. Subito dopo l’operazione, come poi fu ricostruito nella denuncia che venne presentata ai carabinieri dai familiari, aveva accusato forti dolori all’addome e al fianco. Con il passare dei giorni le sue condizioni non migliorarono tanto che alla fine di luglio i familiari erano stati avvisati dai medici della decisione di intervenire di nuovo chirurgicamente. Purtroppo, però, la donna morì la sera del 10 agosto 2022. Secondo l’ipotesi della Procura “il tardivo trattamento chirurgico” avrebbe determinato il peggioramento del quadro patologico dal quale sarebbe derivato il decesso.
Messina, la morte di Agata Rinciari: aperta l’udienza preliminare
L’ex vicepresidente dell’Ordine dei commercialisti deceduta il 10 agosto del 2022. Sono coinvolti due medici del Policlinico che la ebbero in cura
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