Un progetto sperimentale per favorire l’inclusione nella società delle persone con disabilità, troppo spesso emarginate e lasciate ristrette in contesti familiari a volte difficili.
Finalità che, però, non verranno mai raggiunte perché gli ambiziosi obiettivi sono rimasti sulla carta.
L’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro ha infatti revocato ieri il contributo concesso nel 2015 al Distretto socio-sanitario 32 di Taormina per il progetto sperimentale “Vita indipendente 2014”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali assieme ad altri 13 interventi in tutta la Sicilia.
Da Roma erano arrivati 80.000 euro a valere sul contributo ministeriale, di cui 40.000 euro liquidati nel 2016 dalla Regione come acconto del 50%, mentre altri 20.000 euro erano messi a disposizione come quota di cofinanziamento obbligatorio a carico del Distretto. Un progetto, dal costo totale di 100.000 euro, che doveva essere attuato e realizzato con un ente-organismo del Terzo settore, da individuare con un avviso del Comune di Taormina, capofila del Distretto socio-sanitario, e le manifestazioni di interesse sono state pubblicate ad agosto 2015 e ottobre 2017. Nel febbraio 2020 il Dipartimento regionale della Famiglia e delle Politiche sociali ha chiesto una attestazione della spesa totale e i documenti vincolanti per verificare la spesa effettuata, sollecitando le richieste a giugno e settembre dello stesso, fin quando il 22 settembre 2020 il Distretto 32 ha comunicato di non avere avviato il progetto approvato ed ammesso a contributo, evidenziando che le azioni progettuali non sono state realizzate.
Così ieri il dirigente del Servizio 7 Fragilità e Povertà, Guglielmo Reale, ha firmato il decreto di revoca del finanziamento da 80.000 euro per il progetto sperimentale “Vita indipendente”, disponendo l’accertamento in entrata dei 40.000 euro già erogati nel 2016 e non spesi dal Distretto socio-sanitario di Taormina.
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