Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Messina, svincolo di Giostra: in stand-by le rampe di collegamento con l’Annunziata

Non ci sono certezze sul viadotto Ritiro e non ci sono certezze nemmeno sui viadotti denominati “O” e “P”. Ovvero i protagonisti di una delle vicende più surreali della già surreale storia delle opere pubbliche messinesi. I viadotti “O” e “P” sono le rampe che collegano lo svincolo di Giostra alla galleria San Jachiddu e, quindi, all’Annunziata. E cioè i viadotti che avrebbero dovuto dare un senso ad una denominazione, “svincoli di Giostra e Annunziata”, rimasta pressoché sulla carta. A maggio scorso era stato annunciato il finanziamento di 5 milioni di euro per la messa in sicurezza e quindi il ripristino delle opere, concluse nel 2009 ma mai attivate. L’annuncio era stato del senatore leghista Nino Germanà, accolto con favore, ovviamente, dal sindaco Federico Basile e dal vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Salvatore Mondello. Due giorni fa il Comune ha provveduto alla nomina del rup (ing. Silvana Mondello) e del gruppo di lavoro a supporto del rup stesso per gli interventi sui due viadotti, specificando, però, nell’atto di nomina che «l’obiettivo è subordinato al finanziamento dell’opera». Quel finanziamento che era stato, però, annunciato come cosa fatta cinque mesi fa. In realtà i soldi ci sono, ma tutto è nelle mani del provveditore alle Opere pubbliche della Sicilia e della Calabria, destinatario del finanziamento, non del Comune. Comune che, invece, attende indicazioni operative dal provveditore stesso, anche per quanto riguarda la stazione appaltante. Siamo lontani, in sostanza, da una reale accelerazione. Si parla di due viadotti progettati nell’ormai lontanissimo 1998, costruiti dal raggruppamento di imprese che, all’epoca, si aggiudicò l’appalto del terzo lotto dello svincolo, completati nel 2009 e mai utilizzati, mai aperti al traffico, per «difetti di costruzione» e «strutture lesionate» (tra le altre cose). Una follia tutta messinese alla quale, oggi, sembra che finalmente si possa porre rimedio, con un finanziamento da 5 milioni di euro. Ma che resta impantanata nelle solite paludi della burocrazia.

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